In questi giorni di accentuata tensione tra Israele e Iran, diverse analisi superficiali hanno sollevato dubbi sull’efficacia dei sistemi di difesa israeliani – in particolare Iron Dome, David’s Sling e Arrow. Il fatto che alcuni missili iraniani siano riusciti a colpire il territorio israeliano viene interpretato da alcuni come segnale di un cedimento tecnico o strategico. Ma la realtà è più complessa – e molto più razionale.
1. I sistemi di difesa non sono scudi magici
Ogni sistema antimissile lavora su principi di probabilità e priorità. Non esiste al mondo una tecnologia in grado di garantire l’intercettazione del 100% delle minacce. Anche i sistemi più avanzati devono operare in condizioni di incertezza e fare i conti con le leggi della statistica, della fisica, della logistica e della guerra elettronica.
2. Le munizioni intercettanti sono limitate
Ogni batteria ha un numero finito di missili intercettori. Lanciare un intercettore costa centinaia di migliaia di dollari. Davanti a un attacco a saturazione – cioè il lancio simultaneo di decine o centinaia di missili – i sistemi israeliani sono costretti a fare delle scelte: proteggere con priorità gli obiettivi critici, lasciando che altri vettori meno pericolosi vadano a segno in aree secondarie o disabitate.
3. Rotazione dei lanciatori e logoramento operativo
I sistemi di lancio come quelli di Iron Dome vengono spostati e ruotati con regolarità per evitare l’esaurimento, la vulnerabilità a colpi mirati e la saturazione in un unico settore. Questo significa che in certi momenti, certe zone potrebbero non essere pienamente coperte – per scelta, non per errore.

4. Il fattore tempo e sorpresa
Molti missili iraniani sono a medio-lungo raggio e partono da grandi distanze, ma altri possono essere lanciati da proxy più vicini (come Hezbollah). La varietà delle minacce, unita alla possibilità di attacchi simultanei da nord, est e sud, rende impossibile una copertura totale e istantanea.
5. La difesa multilivello funziona, ma ha limiti
Israele ha costruito una difesa stratificata (Iron Dome per razzi a corto raggio, David’s Sling per missili a medio raggio, Arrow per minacce balistiche). Tuttavia, ogni sistema ha un angolo ottimale di ingaggio, e l’attacco simultaneo da più direzioni può ridurre l’efficacia complessiva.
In sintesi: non è un fallimento. È esattamente come funziona la guerra moderna. L’efficacia di un sistema di difesa non si misura con lo zero assoluto di missili entrati, ma con il rapporto tra danni subiti e quelli evitati. E, finora, i numeri dimostrano che la rete israeliana, pur sotto pressione, sta reggendo.
Fonte: www.startinsight.eu
Perché è normale che Iron Dome non intercetti tutti i missili iraniani Perché è normale che Iron Dome non intercetti tutti i missili iraniani Perché è normale che Iron Dome non intercetti tutti i missili iraniani