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Escalation con le armi della propaganda

Luisa Ciuni

Tempo di Lettura: 3 min
Iran punta a un 7 ottobre quotidiano

Segna l’escalation del conflitto fra Israele e l’Iran, il bombardamento dell’ospedale Soroka Medical Center della città di Beersheba avvenuto giovedì mattina. La struttura è stata centrata da almeno 30 missili balistici e, solo perché precedentemente sgombrata, il numero delle vittime non è impressionante ma ristretto ad una cinquantina di feriti.

“Un missile – ha detto il direttore generale della struttura dottor Shlomi Kodesh – ha colpito il vecchio reparto chirurgico. È un edificio relativamente vecchio che era stato evacuato ma ci sono danni estesi ad altri plessi dell’ospedale. I pazienti erano nei rifugi così come il personale, i feriti sono in condizioni lievi messi in difficoltà per lo più a causa dell’onda d’urto”.

In pratica però poteva essere un massacro.

Perché appare chiara, ormai, l’intenzione degli iraniani: vale a dire spostare i bersagli delle incursioni dalle attività militari a quelle civili con buona pace di chiunque li ritenga in difficoltà. L’idea è quella di ridurre le case israeliane a fuoco e fiamme.

E l’attacco alla città del deserto non è semplicemente questo: è anche un fenomenale argomento a favore della propaganda antiebraica, come si è visto subito dalle dichiarazioni dei Guardiani della rivoluzione. Che hanno argomentato rapidamente sul motivo per cui la struttura ospedaliera è stata colpita.

Non si è trattato, secondo loro, di un errore né tantomeno del desiderio di aggredire la popolazione inerme bensì di un atto militare con delle motivazioni molto chiare.

Quali? Ma le uniche naturalmente, le sole possibili. Secondo i pasdaran nei sotterranei del Soroka avvengono riunioni militari di alto livello e sono presenti installazioni belliche la cui distruzione è necessaria.

Una repetita – che in questo caso non juvant affatto – di quanto ha sempre sostenuto Israele nei bombardamenti degli ospedali di Gaza e che torna a galla quasi a pappagallo nelle parole degli iraniani. Una presa di posizione funzionale ad ottenere simpatie nel mondo arabo, fin ad ora freddino nei suoi riguardi, e di sfruttare in occidente simpatie e commozione già visti per Gaza.

Idf ha smentito immediatamente e in modo categorico i Pasdaran

Perché in gioco ancora una volta c’è la verità. Le immagini commentate dai Guardiani della rivoluzione si possono prestare a varie interpretazioni. E non è difficile – per chi ritiene Israele un mero aggressore considerare plausibile (anzi oro colato) la spiegazione iraniana.

Che nei fatti sia colpito un ospedale di grande importanza per il Sud di Israele passa in secondo piano davanti al tentativo di giustificare l’aggressione con una motivazione tanto fantasiosa quanto falsa ma adatta a fare propaganda.

Ma è necessario anche soffermarsi sul danno che la vicenda nel Soroka hospital ha creato e non sul non indifferente significato politico di questo bombardamento.

“Quello che stiamo vedendo qui mostra tutta la differenza – ha detto Netanyahu in visita alla città- tra noi e l’Iran. Noi colpiamo obiettivi nucleari e con precisione. Loro colpiscono un ospedale dove la gente non può neanche alzarsi e correre”.


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