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Il volto oscuro di Milano

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Il volto oscuro di Milano

Milano ha sempre avuto due vocazioni fondamentali che ne definiscono l’identità: quella cattolica e quella illuminista. La prima, in epoca moderna, si è tradotta non solo in una Curia centrale nella vita della Chiesa italiana – che ha dato personalità straordinarie come il cardinale Martini e che oggi è guidata con mano ferma dall’arcivescovo Delpini – ma anche in una rete viva di movimenti e istituzioni.

Comunione e Liberazione ha in Milano uno dei suoi cuori pulsanti. Così come la Caritas, il cui impegno quotidiano sopperisce alla drammatica situazione di troppe persone in stato di disagio. Accanto a queste, operano grandi istituzioni culturali cattoliche come la Biblioteca Ambrosiana, l’Università Cattolica, il Museo Diocesano.

Eppure, tutto questo mondo essenziale per la vita della nostra città – proprio come l’amministrazione comunale – tace. Tace di fronte ai manifesti intrisi di antisemitismo apparsi in questi giorni sui muri di Milano. Ed è un silenzio colpevole. Proprio da questo mondo, che ha sempre promosso il dialogo e il rispetto tra le diverse anime della città, ci si sarebbe aspettati una parola chiara. Un appello, un segnale, un gesto affinché Milano non ricada – come purtroppo è già accaduto – in una logica per cui gli ebrei milanesi non si sentano più sicuri.

Criticare l’attuale governo israeliano è legittimo. Ma quando questo si traduce in atti di emarginazione e aggressione contro i cittadini ebrei e le loro istituzioni, allora siamo davanti a qualcosa di ben diverso: l’antisemitismo.

Che il sindaco taccia, non si indigni, non richiami Milano al suo ruolo di città aperta e civile, purtroppo non sorprende. Non lo ha fatto quando si bruciavano le bandiere di Israele e si sventolavano quelle di Hamas. Non lo ha fatto quando gli è stato chiesto di illuminare per una notte Palazzo Marino in ricordo dei fratellini Bibas, rapiti e uccisi.

Molto meno comprensibile è invece il silenzio della Curia milanese. E delle istituzioni cattoliche.

Non tacciano.
Siano ancora una volta una guida per una città che sembra aver smarrito la sua anima più antica. E che oggi, più che mai, ha bisogno di ritrovare i suoi buoni maestri.


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