Home > Attualità > Da Livorno, la lettera di Cosimo Rossi

Da Livorno, la lettera di Cosimo Rossi

Cosimo Rossi

Tempo di Lettura: 2 min
Da Livorno, la lettera di Cosimo Rossi

Cari amici della Associazione Setteottobre,

sono un livornese di 88 anni. Sono nato e cresciuto in una città dove ebrei e cristiani hanno sempre vissuto insieme, rispettandosi. A scuola avevo compagni ebrei. In via della Coroncina c’era il forno kasher e da bambini giocavamo tutti nella stessa piazza. Per questo oggi provo una tristezza profonda nel vedere che l’antisemitismo sta tornando, come un vecchio male che pensavamo sconfitto.

Quello che è accaduto a Milano, dove due ragazzi ebrei sono stati picchiati e insultati solo perché uscivano dalla sinagoga, mi ha fatto male al cuore. E mi fa ancora più male vedere che le istituzioni, invece di reagire con fermezza, spesso tacciono. Si voltano dall’altra parte. Come se difendere gli ebrei oggi fosse diventato qualcosa di scomodo.

Da toscano, poi, mi ha ferito vedere che la Regione ha deciso di non sostenere alcune iniziative con Israele. Non serve girarci intorno: è un messaggio sbagliato, proprio in un momento in cui gli ebrei si sentono sempre più isolati e minacciati. Si può discutere di tutto, ma non si può dare l’idea che Israele sia un paese da tenere lontano. Così si alimenta l’odio, anche qui da noi.

Mi rivolgo ai politici, agli amministratori, ai professori: svegliatevi. L’antisemitismo non è un’opinione, è un veleno. Non si può stare zitti. Bisogna insegnare ai giovani cosa è successo, e dire con chiarezza che non vogliamo che succeda di nuovo.

Non ci sono cittadini di serie A e cittadini di serie B. Non ci sono diritti che valgono meno. Se la nostra società accetta che si possa odiare di nuovo gli ebrei, allora vuol dire che abbiamo perso la memoria. E senza memoria, non c’è più dignità.

Cosimo Rossi – Livorno


Da Livorno la lettera di Cosimo Rossi
Da Livorno la lettera di Cosimo Rossi Da Livorno la lettera di Cosimo Rossi