Venerdì 20 giugno a Torino ci sarà una manifestazione “contro il riarmo, contro la guerra” organizzata dal sindacato dell’Università e della Scuola CUB. Con l’occasione, uno sciopero generale. Contro Hamas? Contro la Russia che continua nella sua atroce guerra e ha appena minacciato gli USA? Contro l’Iran che foraggia guerre da Khomeini sino ad oggi? No, certo. L’unico imputato è Israele.
Gli organizzatori affermano che: 1) Israele ha aperto sette fronti di guerra (forse perché attaccato quotidianamente? Israele non ha il culto dei martiri e non gioisce nel mandare i suoi ventenni a morire in guerra), 2) i governanti e i media italiani stanno cercando di ricompattare l’opinione pubblica in favore delle guerre d’Israele (ma se i media usano le fonti di Hamas, Hezbollah, Houti e Iran per creare le notizie! Altrimenti come si farebbe a fantasticare sui 50mila bambini uccisi su un totale presunto di 60mila morti?), 3) loro non vogliono dimenticare, non vogliono chiudere gli occhi.
Perfetto, su quest’ultimo punto sono d’accordo. Ѐ doveroso non dimenticare e non parlo soltanto del 7 ottobre. Non dobbiamo dimenticare Nasrin Sotoudeh, condannata a 38 anni di carcere e a 148 frustate. Non possiamo dimenticare Fatemeh Mesbah (13 anni d’età quando è stata messa a morte), Mojgan Jarnshjdi (14), Ezzat Mesbah (15), Maryam Ghodsi Mo’ab (16) o Ettamossadat Karbasi (74), tutte ammazzate dal regime degli Ayatollah. L’elenco è troppo lungo, ma per certo non dovremmo dimenticare neppure Narges Mohammadi, Atena Daemi o Mahsa Amini, ammazzata per una ciocca di capelli troppo visibile. O forse le vittime iraniane non devono essere dimenticate solo quando si tratta di alti funzionari del regime uccisi da Israele? Ѐ triste notare come le pattuglie della moralità, grazie a cui venivano giustiziate in media 15 ragazze ogni anno, o la prigione di Evin, dove vengono rinchiusi i dissidenti, non creino scandalo.
Perché non si è mai decretato uno sciopero generale contro tutta questa barbarie?
Gli organizzatori, nel loro volantino, ci spiegano che Israele ha scatenato la guerra “ per bloccare la presunta pretesa iraniana di avere l’atomica”. Cosa mai dovrebbe temere Israele, uno Stato 80 volte più piccolo dell’Iran, dalla “democratica” Repubblica Islamica? Nulla sfiora la mente di queste colombelle. Neppure il fatto che nella prima settimana di maggio 2019 il presidente iraniano Hassan Rouhani avesse annunciato al mondo che l’Iran avrebbe smesso di rispettare gli accordi del 2015 (che lo vincolava a produrre energia nucleare solo a scopi civili e non bellici). Per non parlare dei 100 milioni di dollari che l’Iran elargiva annualmente e pro capite ad Hamas, alla Jihad islamica, agli Houthi, oltre al miliardo di dollari che elargiva ad Hezbollah. Non sono noccioline e venivano spesi per le armi, non per le infrastrutture per le popolazioni. L’Iran ha sempre foraggiato associazioni terroristiche che colpivano Israele. Pensiamo a cosa accadrebbe se avesse l’atomica!
Oggi Israele ha deciso che non vuole accettare la profezia di Khomeini che prevedeva il suo annientamento (esiste persino un calendario, in piazza Palestina, a Teheran che scandisce, con un conto alla rovescia, il momento preciso dell’annientamento d’Israele) e paiono tutti sconvolti. In fondo da sempre gli ebrei buoni sono quelli che salgono quieti sui vagoni blindati verso i campi della morte. Beh, mettetevi il cuore in pace: non è più così.
Contro il riarmo, contro la guerra Contro il riarmo, contro la guerra Contro il riarmo, contro la guerra