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Antisemitismo e antisionismo in Francia: una deriva preoccupante

Giorgio Denicolai

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Antisemitismo e antisionismo in Francia una deriva preoccupante

Con i suoi circa 500.000 ebrei, la Francia è il paese europeo con la più numerosa comunità ebraica, ma è anche quello che, negli ultimi decenni, ha registrato il maggior numero di atti antisemiti. Parallelamente, l’antisionismo, ossia la critica o l’opposizione al sionismo e allo Stato di Israele, ha assunto in molti casi connotazioni ideologiche e violente, fino a sfociare, secondo il CRIF (Consiglio rappresentativo delle istituzioni ebraiche in Francia), in una nuova forma di antisemitismo mascherato. Questo articolo analizza come questi due fenomeni si siano intrecciati nella realtà sociale e politica francese contemporanea.

Antisemitismo in Francia: un problema storico e attuale

L’antisemitismo in Francia ha radici profonde. Dal caso Dreyfus alla collaborazione del governo di Vichy con i nazisti durante la Seconda guerra mondiale, la Francia ha vissuto episodi emblematici di antisemitismo. Tuttavia, l’antisemitismo non è solo un fenomeno del passato.

Negli ultimi vent’anni, aggressioni fisiche, profanazioni, minacce e attentati contro ebrei e istituzioni ebraiche hanno riacceso l’allarme. Tra gli episodi più drammatici, ricordiamo:

la strage nella scuola ebraica di Tolosa (2012);

l’attentato al supermercato Hyper Cacher a Parigi (2015);

l’omicidio antisemita di Mireille Knoll (2018),

hanno mostrato la radicalizzazione crescente di un antisemitismo islamista, spesso legato a dinamiche geopolitiche e marginalizzazione sociale.

Antisionismo: opinione politica o forma di odio?

Nato come critica al movimento sionista o alle politiche dello Stato di Israele, l’antisionismo è diventato in Francia un terreno ambiguo, dove la critica legittima spesso si confonde con l’ostilità ideologica verso gli ebrei.

Secondo il CRIF, molte manifestazioni antisioniste:

negano il diritto all’esistenza di Israele come Stato ebraico;

equiparano Israele al nazismo, banalizzando la Shoah;

proiettano stereotipi antiebraici sulla figura del “sionista” come burattinaio o dominatore globale.

Organizzazioni come il CRIF, la LICRA e la Fondazione per la Memoria della Shoah denunciano che il linguaggio antisionista può diventare una scorciatoia retorica per evitare le accuse di antisemitismo, pur veicolando lo stesso odio.

La posizione del CRIF: tra allarme e proposta

Il CRIF svolge un ruolo centrale nella denuncia di questi fenomeni. Nei suoi rapporti annuali, il CRIF:

segnala che oltre il 50% degli atti di odio religioso in Francia colpisce gli ebrei;

– evidenzia una crescente insicurezza all’interno della comunità ebraica, con famiglie che rinunciano a esporre simboli religiosi o cambiano quartiere/scuola;

– invita le autorità a riconoscere l’equivalenza tra alcune forme di antisionismo e antisemitismo, in linea con la definizione dell’IHRA.

Il CRIF chiede anche un rafforzamento delle politiche educative, leggi più severe contro l’odio online e una maggiore attenzione politica: ha criticato partiti sia di estrema destra (per l’eredità antisemita) sia di estrema sinistra (per la tolleranza verso un antisionismo radicale).

Quanto segnalato dal CRIF è evidente: oggi, per garantire la sicurezza degli eventi delle Comunità Ebraiche francesi, si ricorre a una sorveglianza rafforzata che coinvolge CRS, gendarmi e agenti della sicurezza comunitaria. In Francia, l’antisemitismo non è un fenomeno del passato, ma un problema attuale, diffuso in molteplici ambiti: dalle banlieues ai social network, dai dibattiti politici alle università. Se non espresso con attenzione e rigore critico, l’antisionismo può diventare un veicolo dell’odio antiebraico, mascherato da opinione politica. Come ricorda il CRIF, la lotta all’antisemitismo deve includere anche la vigilanza sull’antisionismo ideologico, promuovendo una cultura della responsabilità, della memoria e del rispetto reciproco.

Giorgio Denicolai
Il minotauro Riformista
Antisemitismo e antisionismo in Francia: una deriva preoccupante

Antisemitismo e antisionismo in Francia: una deriva preoccupante