La cultura liberale ha bisogno di voci ferme e consapevoli, soprattutto nei momenti in cui la democrazia è sotto attacco. Andrea Orsini, deputato di Forza Italia e da sempre attento alle grandi questioni di civiltà, è stato tra i protagonisti dell’iniziativa “Dalla parte di Israele”, organizzata dal Riformista al Teatro Rossini di Roma. E non ha perso tempo: il giorno successivo ha depositato un’interrogazione parlamentare per chiedere al Viminale dati aggiornati sull’allarmante crescita dell’antisemitismo in Italia.
«Sì, sono molto preoccupato», spiega Orsini, sottolineando come sia sempre più evidente un’ondata di ostilità verso gli ebrei, diffusa in tutta Europa e purtroppo anche in Italia. «La cosa più inquietante è che questa ondata viene spesso mascherata come solidarietà al popolo palestinese». Un fenomeno grave e pervasivo, che si manifesta in manifestazioni, slogan, scritte, atti vandalici e violenze. «C’è un ripetersi sconcertante di episodi, piccoli e meno piccoli, che danno rappresentanza a un sentimento di intolleranza», avverte Orsini. E la preoccupazione deve essere trasversale, «deve preoccupare tutti».
Nel mirino del deputato azzurro finiscono anche i gesti simbolici di alcuni enti locali italiani che scelgono di rompere relazioni istituzionali con lo Stato di Israele. «È profondamente sbagliato», osserva. «Un Comune o una Regione non ha competenza in politica estera. E poi, interrompere i rapporti con Israele, una democrazia occidentale, un alleato, vuol dire in realtà fare un gesto politico dal significato opposto a quello dichiarato».
Ma il tema si allarga ben oltre l’Italia. Orsini identifica in modo chiaro uno degli strumenti oggi più pericolosi della guerra contro l’Occidente: la disinformazione. «La propaganda, l’uso distorto dei social, le interferenze straniere: sono vere e proprie armi ibride», dice. «Chi le usa? Regimi autoritari come la Russia di Putin, l’Iran e altre realtà che vogliono minare la coesione interna dell’Occidente». Secondo Orsini, non basta contrastare la disinformazione con strumenti tecnici: serve «una risposta politica, culturale, democratica». Serve consapevolezza. «Anche una fake news può essere un’arma. E chi la diffonde consapevolmente fa parte di un attacco».
L’analisi si fa più profonda quando Orsini richiama le radici dell’identità occidentale. «L’Europa nasce dall’incontro tra Atene, Roma e Gerusalemme», ricorda. E cita Ugo La Malfa: «L’Occidente si difende sotto le mura di Gerusalemme». Chi oggi avversa Israele, sostiene Orsini, spesso lo fa per ostilità verso l’intero modello liberaldemocratico. «C’è una continuità tra l’odio per Israele e la simpatia per Putin. Molti sono nostalgici del comunismo, un sistema sconfitto dalla storia, ma non hanno mai rinunciato alla loro avversione per l’Occidente».
Il legame tra Russia e Iran, spiega ancora Orsini, si manifesta anche nei dettagli bellici: «Non è un caso che i russi in Ucraina usino droni di fabbricazione iraniana». Di fronte a tutto questo, l’Europa non può più restare indietro. Occorre investire sulla difesa. L’obiettivo di portare le spese militari al 5% entro dieci anni, secondo Orsini, è «ragionevole», perché oltre alle risorse economiche servono tempo, tecnologia, produzione e convergenza politica. «L’Europa finora ha avuto una forza militare modesta, ora serve una politica di difesa univoca, e per farlo dovremo dotarci anche di una politica estera comune».
Una politica estera, aggiunge, che si fondi su valori. «L’Europa si confronterà con il mondo sulla base di modelli di civiltà. Esistono visioni, come quella dell’islam politico teocratico, che entrano in collisione con la nostra idea di società». Il principio guida dev’essere l’universalità dei diritti: «Per noi, le ragazze nate a Stoccolma, Teheran o San Francisco devono avere le stesse libertà e opportunità».
.
Andrea Orsini: «Contro antisemitismo e propaganda serve una nuova coscienza liberale» Andrea Orsini: «Contro antisemitismo e propaganda serve una nuova coscienza liberale» Andrea Orsini: «Contro antisemitismo e propaganda serve una nuova coscienza liberale»