YouTube ha oscurato Setteottobre.
Il “reato”? Aver pubblicato – con tutte le avvertenze del caso e a scopo esclusivamente giornalistico – un video che documenta le condizioni disumane di due ostaggi israeliani detenuti da Hamas nei tunnel di Gaza.
Quel filmato, lo stesso identico, è ancora online su canali di grandi testate italiane e internazionali, liberamente fruibile da milioni di utenti. Ma quando a mostrarlo siamo noi, la piattaforma ci accusa di «promuovere il terrorismo». Un’accusa infondata, grave e paradossale, che colpisce chi documenta e denuncia, proteggendo invece chi vorrebbe occultare.
Non si tratta di un contenuto di propaganda, né di un video sensazionalistico. È una prova visiva della crudeltà di Hamas e dell’indifferenza internazionale, due anni dopo il sequestro. Le immagini raccontano senza filtri la sofferenza di uomini vivi, ridotti all’ombra di sé stessi, privati di dignità e speranza.
Colpisce come, mentre il microscopio vada a scandagliare uno per uno i nostri contenuti, la rete sia letteralmente infestata – scegliete voi: TikTok, Facebook, Instagram, X, YouTube, Threads – di video e foto dove si mostra, con pietismo spesso costruito ad arte, come abbiamo documentato, scene di fame e disperazione. Ma anche feriti, mutilati, corpi senza vita, esposti nell’impudica mostra che il web, senza censure, riesce a dare. Con l’effetto moltiplicatore di visualizzazioni e di odio.
La rimozione di quel video è un atto di censura che travalica la moderazione dei contenuti: è la scelta deliberata di soffocare un’informazione scomoda. Colpisce la libertà di stampa, il diritto di cronaca e, soprattutto, il diritto del pubblico a conoscere la verità.
Punire chi racconta significa proteggere chi nasconde. E, in questo caso, significa lasciare che gli ostaggi restino sepolti nell’oblio, come nei tunnel in cui sono imprigionati. È una decisione che fa comodo a chi distorce la realtà, e che si inserisce in un clima culturale dove documentare i crimini di Hamas viene trattato come “pericoloso”, mentre la loro narrazione passa indisturbata.
Noi non smetteremo. Continueremo a dare voce a chi non ce l’ha, a mostrare ciò che altri vogliono nascondere, a chiedere la liberazione immediata degli ostaggi.
Chiediamo a YouTube di ripristinare immediatamente il canale Setteottobre. Non per noi, ma per la verità, per la giustizia e per quei volti che il mondo non deve dimenticare.
YouTube censura Setteottobre: la verità sugli ostaggi israeliani non deve passare YouTube censura Setteottobre: la verità sugli ostaggi israeliani non deve passare YouTube censura Setteottobre: la verità sugli ostaggi israeliani non deve passare