Chi è
Rav, pensatore ebreo sefardita nato a Sarajevo e vissuto a lungo a Semlin, figura chiave del proto-sionismo religioso dell’Ottocento. Non fondò movimenti né partiti, ma anticipò idee che sarebbero diventate centrali nel sionismo moderno..
Percorso
Studiò e insegnò nella Mitteleuropa danubiana, in un mondo ebraico sospeso tra tradizione e modernità. Osservando l’emergere dei nazionalismi europei, formulò una visione nuova: la redenzione del popolo ebraico sarebbe passata anche attraverso un ritorno attivo in Eretz Israel, costruito con strumenti politici, agricoli e linguistici. Nei suoi libri, come Goral la-Shem e Minhat Yehuda, teorizzò la necessità di un’autonomia ebraica in Terra d’Israele, la creazione di società di acquisto terreni, il rafforzamento dell’ebraico come lingua viva, e perfino la diplomazia come via per ottenere un riconoscimento internazionale. Idee avanzate decenni prima di Herzl.
Profilo
Mistico, pragmatico e sorprendentemente moderno. La sua religiosità non era evasione ma leva politica, e gli permise di intuire che la redenzione, nella storia reale, non arriva con miracoli ma con istituzioni, lavoro e organizzazione. Una mente che guardava lontano senza smettere di radicarsi nel testo.
Perché conta
Perché è uno dei padri spirituali del sionismo. Molte delle intuizioni che esplosero alla fine dell’Ottocento erano già nel suo pensiero: il ritorno alla terra, l’unità nazionale, l’importanza della lingua, la costruzione di una sovranità. Alkalai è il ponte tra l’attesa messianica e il progetto politico: un visionario che capì, prima degli altri, che il futuro d’Israele sarebbe passato dall’azione.
Eli Cohen (1924-1965)

