Partiamo da un fatto e non da un’opinione: la voce ‘Israel’ di Wikipedia in inglese afferma, nel suo sommario iniziale, che “dopo gli attacchi del 7 ottobre Israele ha iniziato a commettere genocidio contro i palestinesi a Gaza”. Non stiamo parlando di un’accusa riportata, non di una tesi attribuita, ma di un’affermazione nella voce stessa dell’enciclopedia che è diventata la Treccani mondiale. È quindi, una scelta editoriale precisa, recente, discussa e tutt’altro che neutra.
Non si tratta nemmeno di un lapsus sfuggito ai controlli. L’inserimento è avvenuto a metà dicembre, esplicitamente in seguito a una procedura interna di “Request for Comment”, il meccanismo con cui la comunità di Wikipedia prova a chiudere dispute su formulazioni controverse. La discussione è pubblica, lunga, conflittuale, e dimostra una cosa semplice: il tema è altamente divisivo. Eppure la parola più pesante del lessico giuridico e morale contemporaneo è stata portata nel punto più visibile della voce-paese.
Qui sta il nodo. “Genocidio” non è un aggettivo polemico, non è un modo forte di dire “molti civili uccisi” e, smettiamola di prenderci in giro, non è una categoria elastica ma un concetto giuridico preciso, che richiede l’accertamento dell’intenzione di distruggere un gruppo, in tutto o in parte. Normalmente, quando viene evocato fuori da una sentenza definitiva, viene maneggiato con estrema cautela e sempre con attribuzioni chiare: chi lo sostiene, su quali basi, con quali contestazioni. Wikipedia, in questo caso, ha scelto un’altra strada: l’asserzione diretta.
Il sommario iniziale di una voce enciclopedica non è il luogo del dibattito, ma del contesto di base. È ciò che milioni di lettori leggono senza scendere nelle note, senza aprire le pagine di discussione, senza sapere che dietro quella frase c’è una guerra editoriale. Inserire lì una qualificazione totale significa trasformare una tesi contestata in cornice di lettura generale.
La vicenda si inserisce in una crisi più ampia della credibilità di Wikipedia sui temi ad alta temperatura politica. L’enciclopedia funziona bene quando esiste un consenso minimo su fatti, definizioni e gerarchie delle fonti. Quando quel consenso salta, il “processo” non produce neutralità: produce un esito, che viene poi presentato come neutrale perché frutto della comunità. Ma una procedura non è una verità, e una maggioranza editoriale non è un tribunale.
Non è un caso che anche Jimmy Wales, fondatore di Wikipedia, sia intervenuto criticando duramente l’uso della “voce di Wikipedia” per affermazioni che lui stesso ha definito altamente contestate, invitando a “attribuire, non proclamare”. Il punto, dunque, non è l’autorità personale di Wales, ma il segnale: se persino il volto simbolico del progetto denuncia una deriva, significa che la faglia è reale.
C’è poi un effetto collaterale che rende tutto più grave. Wikipedia non è solo un sito: è una miniera semantica per motori di ricerca, sistemi automatici, modelli di intelligenza artificiale. Una frase nel cappello di una voce non resta lì. Diventa etichetta, sintesi, “lo-dice-Wikipedia”. E quando la parola-etichetta è “genocidio”, l’effetto è dirompente: ribalta l’onere della prova, chiude il discorso prima ancora che inizi, trasforma ogni azione successiva in conferma.
Un accidente di buon senso e di onestà culturale dovrebbe suggerire che un’enciclopedia non dovrebbe trasformare una categoria giuridica estrema in un fatto di cronologia, soprattutto quando è al centro di una disputa globale e irrisolta. Se lo fa, smette di descrivere il conflitto e ne diventa parte.
La vera notizia, allora, non è solo che Wikipedia scrive “genocidio” su Israele. È che una delle principali infrastrutture della conoscenza contemporanea mostra quanto sia diventata contendibile. E quando persino le enciclopedie smettono di distinguere tra ciò che è accertato e ciò che è accusato, tra fatto e giudizio, tra descrizione e verdetto, il problema non riguarda solo Israele. Riguarda il modo in cui il mondo decide cosa è vero. Bene, sappiatelo: è una falsità infame e fa schifo. Che piaccia o no ai signori (e alle signore) di Wikipedia.
Wikipedia scrive “genocidio” su Israele
Wikipedia scrive “genocidio” su Israele

