Disordine a bordo o pregiudizi? Intanto, la stampa italiana sceglie il silenzio. Forse per prudenza. Forse per abitudine.
Una cinquantina di adolescenti ebrei francesi è stata fatta scendere da un volo Vueling in partenza da Valencia e diretto a Parigi.
Secondo la compagnia aerea e la Guardia Civil spagnola, il gruppo avrebbe avuto un comportamento tale da mettere a rischio la sicurezza del volo: non avrebbero rispettato le istruzioni del personale, avrebbero disturbato la dimostrazione di sicurezza e – stando alle accuse – avrebbero persino toccato materiale di emergenza.
Il pilota, di fronte alla situazione giudicata fuori controllo, è uscito dalla cabina e ha deciso di far intervenire le forze dell’ordine, che hanno fatto sbarcare l’intero gruppo. Una volta a terra, la tensione non si sarebbe placata: una delle accompagnatrici è stata anche ammanettata – senza però essere arrestata – per essersi opposta con forza all’intervento degli agenti.
Ma questa è solo una parte della storia.
Perché dal lato opposto, il ministro israeliano della Diaspora, Amichai Chikli, ha denunciato l’episodio come un atto chiaramente antisemita.
Secondo lui, i ragazzi stavano semplicemente cantando canzoni ebraiche prima del decollo. Nient’altro. Ha parlato di una discriminazione religiosa in piena regola, e ha definito l’episodio come “uno dei più gravi” degli ultimi tempi, condividendo sui social il video della donna ammanettata.
L’associazione francese Club Kineret, che aveva organizzato il viaggio, ha annunciato una denuncia contro Vueling per discriminazione religiosa e maltrattamenti verso minori.
Vueling, dal canto suo, ha respinto ogni accusa e ha chiarito che la decisione è stata presa esclusivamente per garantire la sicurezza a bordo. Nessuna discriminazione, nessun pregiudizio, solo l’applicazione del protocollo.
Fin qui i fatti, o almeno le versioni dei fatti.
Curioso – si fa per dire – che una vicenda così complessa, in cui si intrecciano temi delicatissimi come sicurezza, antisemitismo, religione, diritti dei minori e abuso di potere, sia passata quasi sotto silenzio in buona parte della stampa italiana. Forse è solo prudenza, o forse certe notizie disturbano la narrativa lineare a cui ci stiamo abituando. Meglio non rischiare, meglio restare in silenzio.
Eppure, dovrebbe valere sempre lo stesso principio: il diritto di cronaca è sacrosanto. Non solo quando la notizia è comoda, ma anche (e soprattutto) quando costringe a riflettere, a fare domande, a mettere in discussione ciò che sembra ovvio.
Evviva la stampa libera!
Si fa per dire.
Vueling:Troppo rumore in aereo, troppo silenzio nei giornali Vueling:Troppo rumore in aereo, troppo silenzio nei giornali Vueling:Troppo rumore in aereo, troppo silenzio nei giornali