Cinquanta bambini e adolescenti francesi, tra i 10 e i 15 anni, sono stati fatti scendere da un volo della compagnia aerea Vueling Airlines all’aeroporto di Valencia. Il motivo? Sono ebrei. E stavano cantando in ebraico, felici di tornare a casa, a Parigi, dopo un campo estivo organizzato da Kinneret. Un momento di allegria, identità e condivisione si è trasformato in un incubo tra urla, manette e polizia.
Secondo la denuncia del ministro israeliano della Diaspora Amichai Chikli, a bordo dell’aereo è risuonato un diktat inaccettabile: «Israele è uno Stato terrorista». Sarebbero state queste, secondo testimoni e organizzazioni ebraiche, le parole usate da membri dell’equipaggio per giustificare la richiesta di scendere rivolta a decine di minorenni inermi, colpevoli solo di essere ebrei.
A nulla sono servite le proteste della direttrice ventunenne del campo, arrestata con brutalità dalla polizia spagnola davanti agli occhi attoniti dei suoi giovani allievi. Le immagini del suo fermo hanno fatto il giro dei social, rilanciate dal ministro israeliano e dalla parlamentare francese Caroline Yadan, che ha chiesto chiarimenti immediati: «Se i fatti riportati fossero veri, la compagnia aerea spagnola Vueling dovrebbe risponderne in tribunale».
Eppure, dalla compagnia arriva una smentita stonata: Vueling si difende affermando che i ragazzi avrebbero avuto un atteggiamento «molto aggressivo» e che l’azione è stata presa per «garantire la sicurezza di tutti i passeggeri». Ma come può un gruppo di bambini cantando canzoni tradizionali in ebraico rappresentare una minaccia per la sicurezza di bordo? E cosa dire del fatto che, secondo varie fonti, nessun passeggero ha mai lamentato fastidi o pericoli, se non i membri dell’equipaggio?
Diversi passeggeri del volo hanno manifestato sconcerto per la reazione fuori scala dell’equipaggio Vueling contro il gruppo di adolescenti e hanno postato sui social la loro testimonianza di solidarietà. In un social network che Setteottobre ha potuto verificare, una turista francese non coinvolta nella repressione antisemita ha pubblicato un racconto dicendosi «attonita e turbata per l’accaduto». Una voce non isolata, ma parte di una reazione collettiva che smentisce nei fatti la versione fornita dalla compagnia.
Testimonianze, post, video che denunciano l’accaduto adesso ci sono. E c’è un ministro del governo di Israele che si dice indignato e chiede spiegazioni. Cosa manca? Una dichiarazione del governo spagnolo, magari del primo ministro Pedro Sánchez. E delle autorità europee. Della governance che dovrebbe sovrintendere ai diritti dei passeggeri.
Quando succedono eventi gravi come questo, che discriminano, colpiscono, feriscono gli ebrei in quanto ebrei, stranamente segue un assordante silenzio da parte della politica e delle istituzioni. E proprio quel silenzio — non l’urlo dell’odio — è ciò che rende tutto ancora più grave.
L’associazione ACOM (Acción y Comunicación sobre Oriente Medio) ha annunciato azioni legali, denunciando «un declino preoccupante della sicurezza degli ebrei in Spagna». È difficile non vedere in questo episodio l’ennesima manifestazione di un antisemitismo strisciante, normalizzato, che trova spazio anche in contesti istituzionali e aziendali che dovrebbero garantire protezione, non discriminazione.
Vueling, compagnia low cost del gruppo IAG, oggi appare come un marchio sempre meno europeo e sempre più allineato a una retorica ideologica tossica, che trasforma la presenza ebraica in un problema e la solidarietà umana in una minaccia. Mentre il mondo guarda con orrore a simili scene, Vueling si barrica dietro comunicati legali, dimenticando che ha scaricato cinicamente dei bambini su una pista d’atterraggio, come se fossero un bagaglio scomodo.
Cosa resta oggi a quei ragazzi? Una ferita profonda. E a noi, un compito: non dimenticare e non tacere. Perché ogni volta che una compagnia, una divisa, una voce al microfono discrimina un ebreo, non è solo una persona a essere espulsa: è l’intera civiltà europea a perdere un pezzo di sé.
Vueling caccia 50 ragazzi ebrei da un volo: cantavano. La politica, invece, è muta Vueling caccia 50 ragazzi ebrei da un volo: cantavano. La politica, invece, è muta Vueling caccia 50 ragazzi ebrei da un volo: cantavano. La politica, invece, è muta