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Vladimir (Ze’ev) Jabotinsky (1880–1940)

Setteottobre

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Vladimir (Ze’ev) Jabotinsky (1880–1940)

Chi è

Scrittore, giornalista e militante sionista, fondatore del revisionismo, la corrente che chiedeva uno Stato ebraico su entrambe le sponde del Giordano e una linea di autodifesa senza compromessi. Nato a Odessa, città cosmopolita e spesso antisemita, fu traduttore di Dante e poeta prima che ideologo.

Percorso

Durante la Prima guerra mondiale organizzò, insieme a Joseph Trumpeldor, la Legione ebraica che combatté con l’esercito britannico. Dopo la guerra, deluso dalla prudenza dell’Organizzazione Sionista, fondò il movimento “revisionista” (1925), deciso a ottenere l’indipendenza ebraica in tempi rapidi, senza attendere le concessioni delle potenze. Fu anche promotore del Betar, movimento giovanile che educava all’orgoglio nazionale e alla disciplina.

Pensiero

Credeva che l’ebraismo dovesse risorgere come nazione armata e normale, non come comunità di martiri. Vedeva la difesa come condizione morale, non solo militare, e diffidava dell’illusione diplomatica. In contrasto con Weizmann e Ben-Gurion, rivendicò il diritto di autodeterminazione in termini espliciti: “Per ogni nazione, uno Stato”.

Eredità

Morì in esilio a New York nel 1940, ma la sua influenza sopravvisse nei movimenti che condussero alla nascita dello Stato. Il suo allievo politico, Menachem Begin, ne raccolse l’eredità nel Likud, portando nel 1977 la destra revisionista al governo.

Perché conta

Jabotinsky è la coscienza ribelle del sionismo: lucido, orgoglioso, intransigente nel vedere che senza forza non ci sarebbe stata libertà. Il suo pensiero rimane una delle radici ideologiche più dure e visionarie d’Israele.


Vladimir (Ze’ev) Jabotinsky (1880–1940)