La giunta milanese ha scoperto la coscienza: improvvisamente, tra un convegno sul clima e un bando culturale, si indigna per l’antisemitismo. Ma con cautela, con moderazione, con la solita geometria dei “se” e dei “ma”. Israele sì, però. Gli ebrei certo, tuttavia. Hamas no, ma anche.
È la Milano progressista che ad aprile sfila con le bandiere giuste e i microfoni aperti, e a ottobre si ritrova senza fiato quando i fatti non seguono la narrazione.
La città che si dice “antifascista per tradizione” ma inciampa davanti alla parola “terrorismo”, se riguarda altri.
È proprio vero: dopo il 25 aprile gli italiani erano tutti partigiani. Oggi lo sono ancora — basta che non costi nulla, basta che non scontenti nessuno. A Milano, la Resistenza è tornata di moda. Ma solo quella che non resiste a niente.
Tutti partigiani, anche d’ufficio
Tutti partigiani, anche d’ufficio
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