«Lo avevano affermato senza mezzi termini il ministro degli Esteri israeliano e l’ambasciatore accreditato a Roma: la Flotilla ha connessioni con Hamas e di questo esistono prove. Ma, come sempre accade quando Israele parla in propria difesa, quelle parole sono passate quasi inosservate. Ora è invece l’Idf, l’esercito di Tel Aviv, a confermare di aver rinvenuto nella Striscia di Gaza documenti importanti che attestano inequivocabilmente come la Flotilla sia uno dei tanti “bracci operativi” di Hamas nella guerra dell’informazione, nel condizionamento delle opinioni pubbliche e nelle conseguenti decisioni politiche».
A dirlo all’Adnkronos è il generale Leonardo Tricarico, ex Capo di Stato maggiore dell’Aeronautica militare e oggi presidente della Fondazione Icsa, da sempre attento osservatore delle dinamiche mediorientali.
«Fu lo stesso capo politico di Hamas, Ismail Haniyeh, a benedire l’organizzazione Pcpa (Palestinian Conference for Palestinians Abroad) – spiega l’ufficiale – una vera e propria rete diplomatica attiva nell’organizzare manifestazioni, marce, proteste e ogni altra attività contraria a Israele, mirata a danneggiarne gli interessi e l’immagine. È stata altresì diffusa una prima lista dei responsabili di Pcpa all’estero. Un fatto molto grave, che non può e non deve cadere nel vuoto».
Tricarico non usa mezzi termini neppure per commentare l’atteggiamento occidentale: «Tutti, soprattutto i nostri “utili idioti”, dovrebbero ricordare quanto fertile sia stata la Palestina in materia di terrorismo. Non solo entro i confini israeliani, ma anche all’estero. L’Organizzazione per la Liberazione della Palestina, il Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina, Settembre Nero… davvero qualcuno può fingere di non ricordare?».
Il generale richiama alla memoria una lezione che la storia ha già impartito più volte: «Da Settembre Nero a Ottobre Nero è un attimo, soprattutto se certi allarmi vengono non compresi, sottovalutati o irresponsabilmente ignorati».
Le parole di Tricarico arrivano in un contesto internazionale già carico di tensioni: la cosiddetta “Flotilla” si è presentata come iniziativa pacifista, ma le carte emerse a Gaza mostrano come l’operazione fosse tutt’altro che neutrale. Si trattava piuttosto di uno strumento di guerra asimmetrica, volto a delegittimare Israele nelle sedi politiche e sui media globali. La propaganda di Hamas, spiega il generale, non agisce soltanto attraverso razzi e attentati, ma anche tramite la costruzione di narrazioni che penetrano nell’opinione pubblica occidentale.
Il rischio, denuncia Tricarico, è che il dibattito europeo venga infiltrato da slogan di superficie, capaci di trasformare movimenti violenti in cause “umanitarie” buone per sfilare nelle piazze. «Chi si presta a queste operazioni – ammonisce – dimentica che dietro c’è un’organizzazione terroristica, non un movimento per i diritti civili. La posta in gioco non è una battaglia culturale: è la sicurezza di intere comunità, anche in Europa».
Il monito finale è chiaro: occorre vigilare. Non bastano le prove fornite da Israele e dall’Idf se poi governi, istituzioni e opinioni pubbliche preferiscono distogliere lo sguardo. «Gli allarmi ci sono – conclude Tricarico – ma il punto è se siamo disposti ad ascoltarli, oppure se continueremo a ignorarli finché non sarà troppo tardi».
Tricarico: «Flotilla e Hamas, prove schiaccianti. Non cada nel vuoto l’allarme»
Tricarico: «Flotilla e Hamas, prove schiaccianti. Non cada nel vuoto l’allarme»
Tricarico: «Flotilla e Hamas, prove schiaccianti. Non cada nel vuoto l’allarme»