La Bbc che per decenni veniva sventolata come il calice d’argento della professione, oggi somiglia più a un bidone dimenticato dopo un’alluvione.
L’emblema del giornalismo sobrio, rigoroso, immune alle mode e alle pressioni, è diventato un colabrodo dove passa di tutto: propaganda, infantilismo politico, e adesso perfino la mano pesante sul mixer, perché anche barare sulle parole di un presidente a quanto pare è diventato “stile editoriale”. Prima il canale arabo, trasformato in una specie di portineria dell’islamismo più sguaiato, ora lo scandalo del discorso manipolato di Trump, con frasi tagliate e incollate come fossero l’audio di un karaoke ubriaco.
Altro che fact checking: qui siamo al craft checking, l’artigianato dell’inganno. Per anni ci hanno spiegato che la Bbc era un faro. Sì, forse un faro, ma ormai completamente sommerso. Non dalla marea dell’odio verso i giornalisti, come amano raccontarsi, bensì da un’ondata di liquame prodotta dentro casa.
Perché quando ti affidi al nome e ti dimentichi il mestiere, finisce che il brand sopravvive mentre il cervello evapora. Ci credevamo che fosse irraggiungibile. E infatti lo era. Ma non perché fosse troppo in alto: semplicemente nessuno immaginava che potesse cadere così in basso.
Sì, sì, è la Bbc
Sì, sì, è la Bbc
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