Chi è
Statista, costruttore e sognatore pragmatico, protagonista della vita israeliana per oltre sessant’anni. Nato in Polonia come Szymon Perski, emigrò bambino in Palestina nel 1934. Fu l’ultimo dei padri fondatori a restare sulla scena fino al XXI secolo, attraversando tutte le fasi del Paese: dalla lotta per l’indipendenza alla diplomazia globale, dal kibbutz alla tecnologia.
Percorso
Giovane collaboratore di Ben-Gurion, divenne uno dei principali organizzatori della difesa e dell’industria militare. Negli anni Cinquanta fu direttore generale del Ministero della Difesa e architetto del programma nucleare israeliano. Da ministro e poi premier (1977, 1984–86, 1995–96) si mosse tra realismo e idealismo: consolidò la sicurezza nazionale ma cercò sempre un varco verso la pace. Dopo l’assassinio di Rabin guidò il governo di transizione e proseguì il dialogo con i palestinesi. Da presidente (2007–2014) divenne la coscienza morale dello Stato, ambasciatore dell’innovazione e della convivenza.
Profilo
Peres univa rigore tecnico e fede nel futuro. La sua eloquenza pacata, la curiosità intellettuale e la capacità di pensare oltre il presente gli valsero rispetto anche tra gli avversari. Amava dire che “l’ottimismo è un dovere nazionale”.
Perché conta
Shimon Peres è la personificazione dell’evoluzione israeliana: dalla forza all’immaginazione, dall’isolamento al dialogo. Premio Nobel per la Pace nel 1994 con Rabin e Arafat, rimane il simbolo di un Paese capace di difendersi con lucidità e di sognare con coraggio.
Shimon Peres (1923–2016)
 
                        
                     
        
     
        
     
        
     
        
     
        
     
        
     
        
     
        
    
