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⌥ Sfratto di Natale in lingua araba

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Il Natale, a Milano, è stato sfrattato da una canzone palestinese in arabo. Succede alla primaria Moscati: recita natalizia, 180 bambini sul palco, zero canti di Natale. Niente Astro del ciel, niente Tu scendi dalle stelle. Al loro posto, un brano “per la pace” sui bambini palestinesi, spiegato e imposto da un insegnante che ha deciso di usare una festa scolastica come veicolo simbolico.

Qui il punto non è la Palestina, né la lingua araba. Il punto è l’abuso. Bambini trasformati in megafono, un rito condiviso piegato a messaggio politico, genitori messi davanti al fatto compiuto. A Natale. In una scuola elementare. Senza confronto, senza contesto, senza scelta.

Un padre ha denunciato l’episodio al blog di Nicola Porro parlando di un gesto ingiusto prima ancora che intollerabile. Ha ragione. Perché quando l’ideologia entra a scuola non lo fa mai dichiarando guerra, ma chiamandosi “pace”.

E il risultato è sempre lo stesso: non unire, ma dividere. Anche – e soprattutto – quando a cantare sono bambini che non sanno nemmeno di cosa li si stia facendo parlare.


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