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Rachel Bluwstein (1890–1931)

Setteottobre

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Rachel Bluwstein (1890–1931)

Chi è

La prima grande voce poetica dell’ebraico moderno. Conosciuta semplicemente come Rachel (רחל), divenne simbolo di una generazione che cercava di reinventare la patria e se stessa. Le sue poesie, intime e limpide, sono oggi tra le più amate in Israele, spesso messe in musica e insegnate nelle scuole.

Percorso

Nata a Saratov, in Russia, crebbe in Ucraina e studiò arte. Arrivò in Palestina nel 1909, poco dopo la fondazione di Degania, il primo kibbutz. Vi lavorò nei campi e insegnò agronomia. Durante un viaggio di studio in Europa rimase bloccata dallo scoppio della Prima guerra mondiale e contrasse la tubercolosi, che la costrinse a una vita solitaria e precaria. Tornata in Palestina, visse a Safed e poi a Tel Aviv, scrivendo versi di nostalgia, amore e rinuncia, spesso rivolti alla terra d’Israele e ai compagni del kibbutz da cui era stata allontanata per malattia. Morì a quarantuno anni e fu sepolta sulle rive del Kinneret, come aveva desiderato.

Profilo

Rachel scriveva in un ebraico semplice e melodioso, senza artifici, capace di trasformare la fatica e la perdita in purezza. Dietro l’immagine romantica della poetessa malata c’era un’anima lucida, ironica e profondamente moderna.

Perché conta

Rachel è la madre della poesia ebraica contemporanea: la sua voce ha dato all’ebraico rinato non solo parole di lotta e costruzione, ma anche di tenerezza e malinconia. In Israele, leggere Rachel è come guardare il Paese con gli occhi di chi lo ha amato fino a consumarsi.


Rachel Bluwstein (1890–1931)