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⌥ Profumo di ipocrisia

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La nuova moda dei propal — versione intellettuale, ça va sans dire — è chiedere la liberazione di Marwan Barghouti. I soliti indignati da sartoria, sempre pronti a firmare appelli che costano meno di una cena e valgono quanto un selfie.

Non rischiano di perdere nulla visto che nulla hanno, men che mai la decenza. Ora che Hamas massacra a Gaza i propri avversari, che trucida sommariamente palestinesi accusati di “collaborare”, questi moralisti da salotto per qualche minuto sono rimasti assorti nel silenzio. E’ che si sono esauriti gli slogan e svuotati i cori.

Dal miserabile “dal fiume al mare” ripiegano su altro: da Pinot grigio a kombucha d’autore, da Clarins a The Body Shop, e, impavidi hanno scoperto un nuovo totem, quel “Liberate Barghouti”, da loro definito il “Mandela palestinese” chiuso nelle ferine carceri israeliane.

Peccato che Barghouti sia non un prigioniero politico ma un assassino, mandante di omicidi e nemico della vita. Le sue mani grondano sangue che nessuna delle loro profumate pezzette riuscirà a pulirle. Questi tipetti tornano a fare ciò che riesce loro meglio: profumare l’orrore, stirare la coscienza e adottare i carnefici in nome della pace.


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