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Pisa, il primato del disonore: il ritorno dell’antisemitismo nelle aule universitarie

Daniele Renzoni

Tempo di Lettura: 2 min
Pisa, il primato del disonore: il ritorno dell’antisemitismo nelle aule universitarie

All’Università di Pisa si è passato il segno. La ripresa dell’antisemitismo violento in Italia ha ormai una data precisa: 16 settembre 2025. Quel giorno un professore ebreo è stato trascinato giù dalla cattedra, picchiato e spedito in ospedale da una “squadra” di studenti sedicenti pro-pal, che avevano occupato l’aula accusandolo di “sionismo”.

Nell’ateneo toscano si è ripetuto lo stesso copione che nel 1938, con le leggi razziali, espulse docenti e studenti ebrei. Quel “mai più”, ipocritamente ripetuto per quasi ottant’anni, è stato archiviato. E la data del 16 settembre richiama sinistramente un altro 16, quello dell’ottobre 1943, quando nazisti e fascisti deportarono nei campi di sterminio gli ebrei del ghetto di Roma.

Ma cosa sta accadendo ai nostri giovani? Cosa sta succedendo ai nostri studenti universitari? Come è possibile che si prestino ad azioni che evocano il peggiore passato del Novecento europeo? L’università dovrebbe essere palestra di confronto di idee, anche le più divergenti, per formare un pensiero critico. Gli studenti che hanno aggredito a calci e pugni il loro professore hanno calpestato insieme i principi fondanti della Repubblica e infangato lo stemma dell’ateneo che richiama la “più alta dignità”.

La secolare università dove studiarono Fibonacci, Galileo, Carducci, Fermi, Rubbia, Ciampi oggi ha conquistato un primato vergognoso: quello del disonore. A Pisa è stato colpito un cittadino italiano per l’unica colpa di essere ebreo. Possibile non rendersi conto della gravità civile di questo fatto?

E il rettorato dell’ateneo, e il ministro dell’Istruzione, cosa intendono fare per difendere il corpo docente e il prestigio internazionale di una delle più antiche istituzioni culturali d’Europa?

«Non abbiate paura», diceva Papa Wojtyla, che in sinagoga a Roma chiamò gli ebrei “fratelli maggiori”. Qualunque opinione si abbia – legittimamente – sul conflitto in Medio Oriente, quanto è accaduto a Pisa non potrà mai trovare giustificazione. Cercare attenuanti a quella “squadra” di studenti significherebbe abdicare alla funzione educativa e negare a quei giovani l’opportunità di usare meglio il tempo che passeranno all’università.


Pisa, il primato del disonore: il ritorno dell’antisemitismo nelle aule universitarie
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