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«Onu tutta da rifare, Albanese inadeguata. Oggi il Palazzo di vetro non approverebbe la nascita di Israele».

Una conversazione tra Luigi Mattiolo e Hillel Neuer

Setteottobre

Tempo di Lettura: 7 min
«Onu tutta da rifare, Albanese inadeguata. Oggi il Palazzo di vetro non approverebbe la nascita di Israele». Una conversazione tra Luigi Mattiolo e Hillel Neuer.

Pubblichiamo oggi in esclusiva un documento inedito e a suo modo straordinario: l’ambasciatore Luigi Mattiolo, già consigliere diplomatico di Palazzo Chigi con Mario Draghi, conversa con Hillel Neuer direttore di UN Watch a proposito del caso Francesca Albanese e dell’Onu: cos’è oggi l’Organizzazione delle Nazioni Unite e cosa dovrebbe essere.

Qui l’intervista integrale nella versione video

Amb. Mattiolo: Mr. Neuer, grazie davvero per aver accettato questa conversazione con noi e con l’associazione che in questo caso rappresento. Siamo estremamente riconoscenti e molto interessati a tutto ciò che fate all’interno di UN Watch. Forse, anche per il beneficio di chi seguirà questa conversazione, può dirci qualcosa su UN Watch: qual è il suo scopo e la sua missione?

Hillel Neuer: Certo. UN Watch è stata fondata nel 1993 da un grande americano, Morris Abram. Fu un leader del movimento per i diritti civili negli Stati Uniti già negli anni ’50, molto prima che diventasse una causa popolare. Era molto vicino a Martin Luther King, lo aiutò a uscire di prigione e lo mise in contatto con la famiglia Kennedy. Abram vinse uno dei casi principali per i diritti degli afroamericani nel 1963 e divenne ambasciatore degli Stati Uniti alle Nazioni Unite a Ginevra (1989-1993). Dopo quell’incarico, fondò UN Watch.
Abram fece parte anche di una commissione ONU sui diritti umani negli anni ’60, contribuì a redigere la bozza della convenzione contro il razzismo, e sosteneva le Nazioni Unite. Tuttavia, si rese conto che molti organi ONU venivano manipolati da dittature. Ricordiamo ad esempio quando la Libia di Gheddafi presiedette la Commissione Diritti Umani nel 2003, o quando nel 2021 l’Iran è stato eletto alla Commissione ONU sui diritti delle donne. O ancora, l’Arabia Saudita – dove le donne hanno ancora bisogno del permesso di un tutore – ha presieduto quella stessa commissione.
E naturalmente c’è la discriminazione sistematica contro Israele: all’Assemblea Generale vengono adottate più risoluzioni contro Israele che contro Iran, Corea del Nord, Siria, Libia, Cina e tutto il resto del mondo messo insieme. L’anno scorso ci sono state circa 17 risoluzioni contro Israele e 6 o 7 contro tutti gli altri Stati.
UN Watch è spesso l’unica organizzazione che monitora cosa fa l’ONU, denunciandone le derive, incontrando diplomatici e chiedendo un ritorno ai principi fondanti. Il nostro lavoro comprende diplomazia, comunicazione, social media, e anche interventi diretti nei dibattiti dell’ONU, come è accaduto pochi giorni fa quando ho parlato contro Francesca Albanese.

Amb. Mattiolo: Condivido pienamente. Se oggi fosse presentata una risoluzione per la creazione dello Stato di Israele, temo che l’Assemblea Generale non la approverebbe. Ho lavorato alle Nazioni Unite all’inizio degli anni 2000 e già allora avevo notato una trasformazione. Secondo me, dovuta in gran parte all’allargamento della membership ONU a paesi animati da sentimenti anti-occidentali e quindi anti-israeliani. Israele è percepito come un avamposto dell’Occidente in Medio Oriente. Ricordo ad esempio la Conferenza di Durban contro il razzismo nel 2001, che si trasformò in una conferenza contro Israele.

Hillel Neuer: Assolutamente. La Conferenza di Durban del 2001 fu ufficialmente una conferenza mondiale contro il razzismo, tenuta in Sudafrica. Ma fu rapidamente dirottata da regimi dittatoriali e attivisti radicali anti-occidentali e anti-israeliani, soprattutto nella sezione dedicata alla società civile. Adottarono una dichiarazione orribile che accusava Israele di genocidio e apartheid, anticipando la retorica di Hamas e dei suoi sostenitori di oggi.
Quella dichiarazione del 2001 è diventata una strategia: oggi Amnesty International, un tempo incentrata sui prigionieri politici, è tra le principali promotrici delle accuse false contro Israele, diffondendo poster enormi che parlano di genocidio.
Nel 2009, alla conferenza “Durban 2” a Ginevra, 10 Paesi si ritirarono, tra cui l’Italia – il primo Paese europeo a farlo, sotto Frattini. L’obiettivo di questi regimi e ONG è usare Israele come capro espiatorio: è un Paese piccolo, non fa parte del blocco islamico, né pienamente di quello europeo, ed è facile attaccarlo.

Amb. Mattiolo: Quando denunciate queste manipolazioni, come reagisce il sistema ONU? Il Segretario Generale oggi sembra agire come un CEO che risponde solo ai suoi principali azionisti, cercando di compiacere le maggioranze, non difendendo più la missione originale dell’ONU del 1945.

Hillel Neuer: Sì, l’ONU oggi non è più l’ONU idealista del dopo guerra. Già allora c’era un compromesso con il realismo: l’URSS era membro permanente del Consiglio di Sicurezza. Ma oggi almeno metà degli Stati membri non sono democrazie. Il Segretario Generale cerca di compiacere due gruppi: la maggioranza degli Stati (tra cui 56 Paesi islamici e oltre 100 del Movimento dei Non Allineati, spesso guidati da Iran, Cuba, Venezuela) e i membri permanenti del Consiglio (Stati Uniti, Cina, Russia).
Attaccare Israele è comodo: accontenti i regimi autoritari, le ONG radicali, e non ricevi opposizioni da Russia o Cina. Guterres, dopo il 7 ottobre, ha pronunciato molte dichiarazioni contro Israele e nessuna contro i funzionari ONU faziosi. È una delusione totale.

Amb. Mattiolo: Veniamo all’UNRWA. I palestinesi sono l’unica popolazione con status permanente di rifugiato, ereditario, e ciò ha gonfiato i numeri da 750.000 a quasi 6 milioni. UNRWA non mira all’integrazione, ma perpetua la condizione di rifugiato, promuovendo l’odio verso Israele. E ora emergono anche legami con Hamas. È un fallimento completo.

Hillel Neuer: Concordo. UNRWA fu creata con buone intenzioni, ma molto presto ha assunto un’agenda patologica. Non ha aiutato i rifugiati a ricostruirsi una vita, li ha tenuti in sospeso con la promessa di “ritorno” e distruzione di Israele. Da 700.000 oggi sono 6 milioni. L’UNRWA ha ricevuto miliardi, e non ha reintegrato nemmeno un rifugiato.
Oggi insegna ai bambini a odiare Israele. Il cemento fornito per costruire case è usato per scavare tunnel terroristici. I leader dell’UNRWA sono anche leader di Hamas: Suel al-Hindi a Gaza, Fathi al-Sharif in Libano. Eppure l’UE continua a finanziare. Gli USA, Svezia e Paesi Bassi hanno interrotto i fondi. L’Italia ha bloccato i fondi per Gaza, ma continua a darli altrove.


Amb. Mattiolo: Cosa si può fare con i Paesi arabi? Nessuno – tranne forse la Giordania – ha mai integrato davvero i palestinesi. E oggi, anche la Giordania e l’Egitto rifiutano l’ingresso da Gaza. Li si vuole solo mantenere dove sono per usarli contro Israele.

Hillel Neuer: Purtroppo sì. Il Re di Giordania ha detto: “Per difendere la causa palestinese, non accoglieremo neanche un palestinese da Gaza.” In Libano, i palestinesi sono discriminati e privi di diritti civili. In Giordania hanno la cittadinanza, ma sempre con l’obiettivo di “distruggere Israele”. Nessun Paese arabo sembra voler rompere questa narrativa sacralizzata della “causa palestinese”, che serve solo a mantenere Israele sotto attacco.

Amb. Mattiolo: Le Nazioni Unite sono diventate un’arma spuntata. Abbiamo assistito alla deferenza con cui Guterres ha stretto la mano a Putin a Kazan. E su Francesca Albanese? La sua influenza è sempre più pericolosa.

Hillel Neuer: Il mandato che ricopre è già di per sé distorto: deve monitorare solo le presunte violazioni di Israele. Non si occupa di Hamas. Albanese giustifica la violenza, parla di lobby ebraica che controlla l’America, distorce la Shoah, e ha condiviso post complottisti sul Mossad. È l’opposto di una relatrice imparziale.
Quando Richard Falk, suo predecessore, fece affermazioni simili, fu condannato da Ban Ki-moon e rimosso da Human Rights Watch. Oggi, Guterres è silente. Solo Francia, Germania, Canada, USA e Paesi Bassi hanno preso posizione contro Albanese. Ma l’Italia tace. È inaccettabile. Chiedo al governo italiano e a Giorgia Meloni di rompere il silenzio. Anche solo una dichiarazione cambierebbe molto.

Amb. Mattiolo: Farò tesoro delle sue parole. Continueremo a lavorare insieme. Stiamo vivendo tempi difficili, ma non dobbiamo cedere.

Hillel Neuer: Grazie. È stato un onore partecipare all’evento Setteottobre a Milano. Israele è in prima linea, ma i suoi nemici sono anche i nemici dell’Occidente, della vita, della libertà. Dobbiamo resistere insieme a questa follia che minaccia la nostra civiltà.



FUna conversazione tra Luigi Mattiolo e Hillel Neuer
«Onu tutta da rifare Albanese inadeguata. Oggi il Palazzo di vetro non approverebbe la nascita di Israele». Una conversazione tra Luigi Mattiolo e Hillel Neuer. «Onu tutta da rifare Albanese inadeguata. Oggi il Palazzo di vetro non approverebbe la nascita di Israele». Una conversazione tra Luigi Mattiolo e Hillel Neuer.