Stasera, giovedì 30 ottobre 2025, Roma si dà appuntamento in piazza Santi Apostoli alle 19.00 per la manifestazione «Domani in piazza per la nostra libertà – A testa alta con gli ebrei», promossa dall’associazione Setteottobre. L’obiettivo è semplice e radicale: affermare il diritto degli ebrei a vivere «senza paura» nello spazio pubblico italiano e ricordare che la lotta all’antisemitismo è – prima di tutto – lotta per la democrazia.
«Abbiamo deciso di scendere in piazza perché sentiamo l’urgenza morale di opporci all’odio che sta avvelenando la società italiana. Gli ebrei devono tornare a sentirsi sicuri in Italia, per la nostra libertà», dichiara Stefano Parisi, che rilancia: «Le istituzioni, i partiti, i corpi intermedi dicano parole chiare e denuncino qualunque fenomeno squadrista di limitazione della libertà di pensiero e parola».
Chi ci sarà sul palco
A condurre sarà Antonio Monteleone. Interverranno, tra gli altri, Riccardo Di Segni (rabbino capo di Roma), Victor Fadlun (presidente Comunità ebraica di Roma), Walker Meghnagi (presidente Comunità ebraica di Milano), Noemi Di Segni (presidente UCEI). Con loro i giornalisti Tommaso Cerno, Flavia Fratello, Claudio Velardi; esponenti politici Elena Bonetti, Maria Elena Boschi, Maurizio Gasparri, Lucio Malan, Luigi Marattin, Simonetta Matone, Pina Picierno; e le testimonianze di Luca Spizzichino (UGEI) e Pietro Balzano (Vogliamo studiare!).
Un fronte ampio di adesioni
Hanno aderito oltre 50 realtà: le Comunità ebraiche di Roma, Milano, Torino, Genova, Bologna, Livorno, UCEI e UGEI; associazioni e federazioni Amicizia Italia-Israele; FIAP (Federazione Italiana Associazioni Partigiane); Evangelici d’Italia per Israele; le Fondazioni Luigi Einaudi, Studi Storici Gaetano Salvemini, Camis De Fonseca; le testate Radio Radicale, Il Riformista, L’Europeista, Israele.net; inoltre Keshet (gruppo ebraico LGBTQAI+).
Due anni di odio: i numeri del dossier Setteottobre (2023–2025)
Il quadro statistico ricostruito dal dossier Setteottobre – in linea con le principali fonti ufficiali – fotografa una crescita senza precedenti:
2023: 454 episodi registrati.
2024: 877 episodi (+93% anno su anno), con 600 online e 277 offline: la quota di odio “nel mondo reale” sale e esce dagli schermi. Questi dati coincidono con quanto certificato dall’Osservatorio antisemitismo CDEC nella Relazione annuale 2024.
cdec.it
2025 (stima gennaio–settembre): 620 episodi: un livello stabilizzato in alto, che conferma un trend preoccupante.
1) Il salto di scala
Fino al 2022 la media era circa 230 casi/anno, in prevalenza online (85–90%). Dal 2023 la curva si spezza: l’ultimo trimestre – a ridosso dell’attacco di Hamas del 7 ottobre 2023 – concentra quasi metà degli episodi; il 2024 consolida la “stabilizzazione alta” dell’odio. Il CDEC registra il raddoppio dei casi 2024 sul 2023, con un netto incremento degli episodi offline.
cdec.it
2) Le nuove forme dell’odio
La matrice più diffusa è “legata a Israele”: un antisemitismo politico-morale che si traveste da antisionismo. Nella tassonomia del dossier:
Minacce e intimidazioni: 34%
Vandalismi e simboli nazisti: 23%
Hate speech online: 22%
Discriminazioni dirette (rifiuti di servizio/ospitalità): 11%
Negazionismo/banalizzazione della Shoah: 10%
Il fenomeno è coerente con le evidenze europee raccolte dalla FRA, che rilevano una diffusa percezione di antisemitismo e difficoltà a vivere apertamente la propria identità ebraica.
FRA – Agenzia diritti fondamentali UE
Contesto internazionale. Le piattaforme OSCE-ODIHR segnalano da anni l’aumento dei crimini d’odio e raccolgono i dati nazionali – Italia inclusa – pubblicati annualmente ogni 16 novembre. Anche gli episodi recenti di cronaca italiana riaccesi dalla guerra in Medio Oriente confermano la vulnerabilità della minoranza ebraica.
Perché esserci, oggi
La piazza di stasera non è “contro” qualcuno, ma per qualcosa di essenziale: la libertà di essere ebrei in Italia; la responsabilità delle istituzioni nel chiamare l’odio con il suo nome; la difesa dello spazio civile in cui dissenso e confronto non diventino linciaggio o bavaglio. Gli organizzatori lo dicono chiaramente: «A testa alta con gli ebrei, con i valori delle democrazie liberali». Un impegno che, al netto delle appartenenze, riguarda tutti. Perché la sicurezza degli ebrei è cartina di tornasole della salute democratica del Paese.
Oggi in piazza «A testa alta con gli ebrei»: Roma chiama la città democratica (30 ottobre 2025)
Oggi in piazza «A testa alta con gli ebrei»: Roma chiama la città democratica (30 ottobre 2025)

