Scrittore, pensatore, pioniere del sionismo. Nato in Lituania in una famiglia religiosa, cominciò come studioso talmudico rigoroso e finì come critico impietoso dell’arretratezza ebraica del suo tempo. Passò attraverso crisi di fede, assimilazione, disillusione e infine rinascita nazionale.
Dopo i pogrom del 1881, capì che l’uguaglianza promessa dall’Europa illuminata non sarebbe mai arrivata. Fu tra i fondatori del movimento Hibbat Zion, la prima corrente organizzata di ritorno a Sion, e nel 1884 partecipò al congresso di Katowice.
Nelle sue memorie, Chatat Ne’urim (“Peccato di gioventù”), raccontò la lotta tra tradizione e modernità, fede e ragione, esilio e speranza. Lilienblum morì a Odessa, senza vedere nascere lo Stato che aveva solo sognato, ma lasciando dietro di sé la prima scintilla di un risveglio collettivo: l’idea che la redenzione comincia quando si smette di aspettarla.
Moshe Leib Lilienblum (1843–1910)

