Chi è
Filantropo, banchiere ebreo britannico e figura chiave dell’ebraismo del XIX secolo. Nato a Livorno da famiglia sefardita e cresciuto a Londra, fu un uomo di immense ricchezze e altrettanta generosità. Dedicò la sua vita a sostenere comunità ebraiche perseguitate e a promuovere il ritorno degli ebrei in Terra d’Israele, molto prima che il sionismo diventasse un movimento organizzato.
Percorso
Fece fortuna come broker nella City e sposò Judith Cohen, cognata di Nathan Mayer Rothschild, unendo due delle famiglie più influenti dell’epoca. Dal 1827, dopo un pellegrinaggio a Gerusalemme, si votò alla filantropia. Intervenne in difesa degli ebrei oppressi in Russia, Marocco, Siria e Romania, spesso viaggiando di persona per ottenere la liberazione di prigionieri o l’abolizione di leggi discriminatorie. Si battè, senza successo, perché il piccolo Edgardo Mortara, rapito dalle guardie papaline, venisse restituito alla famiglia. Finanziò scuole, ospedali, quartieri ebraici e progetti agricoli in Palestina — tra cui Mishkenot Sha’ananim, il primo quartiere ebraico costruito fuori dalle mura di Gerusalemme.
Profilo
Montefiore univa fede religiosa e spirito imprenditoriale. Cavalcava i progressi della modernità ma restava ancorato alla Torah. La sua carrozza, con la bandiera di Giuda, era un’icona di coraggio e orgoglio ebraico in un secolo di emancipazione e antisemitismo latente..
Perché conta
Moses Montefiore fu il precursore del sionismo pratico: la convinzione che la dignità del popolo ebraico dovesse esprimersi non solo in diritti civili, ma in presenza attiva e costruttiva nella Terra d’Israele. Nella memoria collettiva rimane il filantropo che seppe trasformare la carità in architettura del futuro.
Moses Montefiore (1784–1885)

