Filosofo tedesco, socialista ebreo e — prima ancora di Herzl — profeta del sionismo moderno. Nato a Bonn, amico di Marx e Engels, fu tra i fondatori del socialismo europeo. Ma capì presto che la questione ebraica non poteva essere risolta nel sogno dell’uguaglianza universale: serviva una patria.
Nel 1862 pubblicò Roma e Gerusalemme, un libro visionario in cui sosteneva che il popolo ebraico doveva rinascere nella propria terra, non per separarsi dagli altri, ma per vivere da sé, in libertà e dignità. Fu ignorato da molti, persino deriso.
Eppure, quando Herzl scrisse Lo Stato degli ebrei, quell’eco era già lì: l’idea di un ritorno non solo geografico ma morale, di una rigenerazione collettiva. Hess morì povero a Parigi, ma il suo pensiero sopravvisse, come una miccia accesa molto prima dell’incendio.
Moses Hess (1812–1875)

