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Minnesota, milioni di dollari nelle casse di al-Shabaab

Paolo Montesi

Tempo di Lettura: 3 min
Minnesota, milioni di dollari nelle casse di al-Shabaab

Milioni di dollari truffati e finiti nelle casse dei terroristi somali. E’ scoppiata come una vera e propria bomba politica la pubblicazione per iniziativa del think tank conservatore City Journal di un rapporto che accusa una parte della comunità somala del Minnesota di aver orchestrato una frode milionaria ai danni del welfare statale e di aver trasferito quel denaro alla milizia jihadista al-Shabaab in Somalia. Accusa gravissima, tanto più perché colpisce uno Stato, il Minnesota appunto, spesso dipinto come laboratorio progressista, con un sistema di assistenza generoso e vulnerabile a chi sa come sfruttarlo.

Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, non ha impiegato molto per trasformare l’inchiesta in una decisione politica e nel fine settimana ha annunciato che revocherà lo status di protezione agli immigrati somali residenti nel Minnesota. Su Truth Social ha parlato di “bande somale” che avrebbero “terrorizzato la popolazione di questo grande Paese” e di “miliardi di dollari scomparsi”, concludendo con un imperioso: “Rimandateli da dove sono venuti. È finita.”

Dietro i tuoni e i fulmini della Casa Bianca ci sono però dettagli più articolati. Secondo il rapporto, una rete di famiglie, operatori e strutture avrebbe sfruttato i fondi destinati all’assistenza dei minori con bisogni speciali, simulando diagnosi di autismo per ottenere sussidi. Centri terapeutici esistenti solo sulla carta, documentazioni gonfiate, trasferimenti di fondi mascherati da spese per l’infanzia: il denaro, sempre secondo la ricostruzione, sarebbe poi finito in circuiti informali diretti verso la Somalia, dove al-Shabaab lo avrebbe utilizzato per le proprie attività armate.

E dire che il Minnesota non è affatto nuovo a scandali di questo genere. Già negli anni scorsi il procuratore generale aveva denunciato “dimensioni sconcertanti” delle frodi nel settore dell’assistenza, con indagini che avevano coinvolto diversi cittadini somalo-americani. Ma il collegamento con il terrorismo eleva la vicenda a livello nazionale e spinge la politica statunitense esattamente dove Trump vuole: sul terreno della sicurezza e del controllo migratorio.

Immediata la reazione repubblicana. Il presidente della Camera, Mike Johnson, ha definito il caso “scioccante”. Il deputato repubblicano del Minnesota, Pete Stover, ha scritto: “Sono indignato. Milioni di dollari rubati dal sistema previdenziale del Minnesota sono stati trasferiti ai terroristi di al-Shabaab. Che ora si indaghi!” Modi da campagna elettorale, ma che trovano terreno fertile in un Paese esausto di scandali e allarmi interni.

Le voci critiche non mancano. La deputata democratica somalo-americana Ilhan Omar ha replicato che la revoca dello status di protezione avrà effetti minimi, poiché solo una frazione dei 75.000 somali che vivono nello Stato ne beneficia. Ha accusato Trump di aver trasformato un’indagine non ancora verificata in un’arma politica: “Buona fortuna nel celebrare un cambiamento che non colpisce davvero i somali che a voi piace odiare. Siamo qui per restare.”

Resta il punto centrale: quanto è solido il rapporto? Le autorità del Minnesota riconoscono un problema grave nel welfare, più volte sfruttato, ma non confermano ogni passaggio dell’inchiesta. Negli ultimi anni diverse indagini giornalistiche avevano già messo in luce falle nei controlli, anomalie nei finanziamenti ai centri per l’infanzia, uso improprio dei fondi statali. Il quadro è dunque plausibile, ma ancora in evoluzione.
Il caso somalo del Minnesota diventa così un prisma attraverso il quale si incendia, ancora una volta, il dibattito politico e vengono a galla corruzioni, omissioni e complicità.


Minnesota, milioni di dollari nelle casse di al-Shabaab
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