Home > Esprit du Temps > Meloni all’Onu, il coraggio d’Italia: Israele ha diritto di difendersi

Meloni all’Onu, il coraggio d’Italia: Israele ha diritto di difendersi

Aldo Torchiaro

Tempo di Lettura: 3 min
Meloni all’Onu, il coraggio d’Italia: Israele ha diritto di difendersi

Francesco Maria Talò, diplomatico di lungo corso ed ex consigliere di Palazzo Chigi, conosce bene le Nazioni Unite: per otto anni è stato ambasciatore italiano a New York, partecipando a dieci Assemblee generali. È con questa esperienza che definisce «storico» l’intervento di Giorgia Meloni all’Onu. Un discorso che, a suo giudizio, ha saputo unire visione, concretezza e coraggio.

«All’Onu non si parla solo ai delegati in sala, ma al mondo intero e a lungo termine. Un buon intervento deve essere manifesto e visione: è quello che ha fatto Meloni, lavorando su ogni parola con scrupolo. Quando ha detto che viviamo sospesi tra guerra e pace ha trasmesso un’immagine potentissima, che richiama la realtà di un conflitto diffuso, la “guerra mondiale a pezzi” evocata da Papa Francesco e dal Presidente Mattarella».

Talò sottolinea la chiarezza con cui la premier ha definito l’aggressione russa all’Ucraina e l’attacco del 7 ottobre contro Israele: «Ha riaffermato che lo Stato ebraico ha diritto alla difesa, chiamando “feroce e brutale” l’attacco di Hamas. Allo stesso tempo ha riconosciuto l’eccesso della reazione israeliana, spiegando che Hamas prospera sulle sofferenze palestinesi e potrebbe farle cessare liberando gli ostaggi».

Per l’ex ambasciatore, questo è il segno di un discorso di equilibrio: «Meloni aveva intuito già nei primi giorni che quella guerra era una trappola per Israele. Ha ribadito che lo Stato ebraico deve liberarsene per confermarsi parte del mondo libero. Ma ha anche detto che la pace non si costruisce con proclami ideologici: l’Italia manda aiuti concreti a Gaza e sostiene la soluzione dei due Stati, a condizione che gli ostaggi siano liberati e Hamas escluso dal governo».

Al centro c’è anche la difesa del diritto internazionale: «Meloni ha detto con forza che l’aggressione russa ha riacceso focolai ovunque. È un caposaldo: oggi viviamo in un’anarchia globale, dove regna la legge del più forte e non la forza della legge. Da qui il richiamo alla riforma dell’Onu, ferma a ottant’anni fa».

Talò apprezza la posizione italiana: «L’Italia sostiene Uniting for Consensus per una riforma democratica. Non nuove gerarchie permanenti, ma un sistema dinamico. Più membri non permanenti, più spazio ad Africa e Asia, e magari un seggio unico per l’Unione Europea. Il concetto di “permanente” contrasta con la parola storia».

La premier non ha trascurato neppure i temi sociali e religiosi. «Ha collegato i diritti dei migranti alla lotta contro i trafficanti, ha posto grande enfasi sulla libertà religiosa, ha parlato di umiltà riferendosi all’Africa e al Piano Mattei. E ha concluso con San Francesco, ricordando che i combattimenti più difficili sono riservati a chi ha un coraggio esemplare. È stato un invito al coraggio individuale e collettivo».

Per Talò, questo è il cuore del discorso: «Meloni ha alternato spiritualità, concretezza e visione. Ha dato voce a un’Italia consapevole delle sue radici costituzionali e della sua collocazione europea, pronta a difendere Israele e a costruire la pace. Se l’Onu oggi appare un dinosauro incapace, il discorso della premier ha mostrato che esistono ancora leader capaci di parlare alla storia».


Meloni all’Onu, il coraggio d’Italia: Israele ha diritto di difendersi Meloni all’Onu, il coraggio d’Italia: Israele ha diritto di difendersi