Maduro che festeggia il compleanno con la kefiah di Hamas sulle spalle non è una caricatura: è una dichiarazione politica. Mentre il Venezuela affonda nella miseria, lui affonda il coltello nella torta e si avvolge nello slogan Toofan Al Aqsa, il marchio con cui Hamas ha battezzato il pogrom del 7 ottobre. Quindi non una distrazione folkloristica, ma piuttosto una scelta consapevole: trasformare un massacro in simbolo, il terrorismo in messaggio.
È tutto perfettamente coerente. Un dittatorello che farebbe impallidire Pinochet e i militari argentini per quanto è corrotto e violento, pagato dal narcotraffico che ha distrutto il proprio Paese celebra chi massacra civili. La stessa logica che lega Caracas a Teheran e a tutto l’asse della destabilizzazione: l’odio per Israele come collante ideologico, la violenza altrui come virtù politica. Madri e bambini uccisi diventano un dettaglio sacrificabile, buono per una foto celebrativa.
L’immagine è brutale nella sua semplicità: milioni di venezuelani senza futuro, un boss che sorride davanti a una torta, avvolto nei simboli dell’odio. Non è provocazione, è legittimazione. E il messaggio è chiarissimo: il 7 ottobre non va condannato, va esibito. Quando lo fa un autonominatosi capo di stato, non è solo indecenza. E’ molto peggio. Dite voi cosa.
Un po’ di chiarezza
Un po’ di chiarezza
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