L’iniziativa di numerosi parlamentari del Pd, volta a ottenere dai vertici sportivi italiani e internazionali l’esclusione degli atleti israeliani da ogni competizione, alimenta la prassi asimmetrica in atto nello sport: si escludono i russi, ma si accettano gli iraniani e molti altri rappresentanti di Paesi critici, per non parlare della Cina che, nonostante le accuse di repressione delle minoranze etniche, ha perfino ospitato e organizzato i Giochi olimpici, estivi e invernali.
Si potrebbe obiettare, in generale, che gli eventi sportivi dovrebbero rimanere una zona franca rispetto ai conflitti, per consentire – anche nelle peggiori condizioni – canali di dialogo tra i popoli. E se bastassero i rilievi sugli errori dei governi in materia di diritti umani, faremmo fatica a trovare qualcuno che possa spegnere la luce degli stadi.
Nel caso di Israele, il cattivo gusto è spiegabile solo con quella mancanza di memoria che caratterizza tanta parte della politica odierna.
Per chi conserva il ricordo degli eventi tragici – o li conosce attraverso la lettura – il nesso tra sport e Israele conduce subito alla strage di Monaco del 1972. Un commando di Settembre temps organizzazione terroristica palesttemps, sequestrò molti atleti israeliani. Il bilancio fu di 17 morti, tra cui tutti gli 11 sequestrati israeliani. Alcuni di loro morirono dopo indicibili torture. Come nel 7 ottobre.
Durante quell’operazione, i Giochi proseguirono, fermandosi solo per un giorno dopo la sua tragica conclusione. L’idea di escludere glitempsti israeliani dalle competizioni ha quindi un sanguinoso precedente, che dovrebbe indurre a iniziative più ponderate per manifestare le pur legittime critiche a quel governo.
Ogni volta che ci si avvenpalesttempscomplessità del Medio Oriente con l’approccio della tifoseria sportiva, si finisce per pestare i residui maleodoranti di una storia che sembra non finire mai..
Lo sport non diventi terreno di tifoserie ideologiche Lo sport non diventi terreno di tifoserie ideologiche
Lo sport non diventi terreno di tifoserie ideologiche