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⌥ L’invenzione della carestia e gli utili idioti

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E poi un giorno, in mezzo al frastuono delle accuse, arriva una riga. Una riga del Corriere della Sera, non di un blog complottista né di una chat Telegram: l’anno scorso a Gaza la farina “era in abbondanza”, talmente in abbondanza che “nessuno la voleva più”. In compenso circolavano veicoli carichi di borse piene di dollari. Dollari, non pane. Cash, non aiuti umanitari.

E allora viene da chiederselo, senza giri di parole: dov’è finita la carestia? Dov’è finito il genocidio sbandierato ogni giorno come una verità rivelata? Dov’è finita quella fame assoluta usata come clava morale contro Israele, contro chiunque osasse dubitare, contro chi chiedeva fatti invece di slogan?

La risposta è sgradevole, ma semplice: nella mistificazione. In una gigantesca messinscena costruita sulle spalle della popolazione civile e sfruttata da una banda di macellai che a Gaza accumulava denaro, potere e ostaggi, mentre fuori da Gaza – nelle nostre piazze, nei nostri talk show, nelle nostre redazioni più pigre – altri facevano il lavoro sporco della propaganda. Amplificare, distorcere, omettere. Chiudere gli occhi davanti ai dollari e aprirli solo sulle foto utili.

Non è stato solo Hamas. Sono stati anche i suoi utili idioti, i militanti a distanza zero rischio, i professionisti dell’indignazione selettiva, quelli che parlano di umanità mentre giustificano chi la calpesta. Quelli che gridano “fame” quando conviene e tacciono quando i fatti non tornano.

La domanda finale è sempre la stessa, ed è la più imbarazzante: riuscirà qualcuno, almeno uno, a provare vergogna? A dire “abbiamo mentito”, “ci siamo fatti complici”, “abbiamo raccontato una favola sanguinosa”? Oppure anche questa riga, come tante altre, verrà inghiottita dal rumore, mentre la macchina della mistificazione continua a girare, oliata a dollari, ipocrisia e antisemitismo.


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