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Levi Eshkol (1895–1969)

Setteottobre

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Levi Eshkol (1895–1969)

Chi è

Terzo primo ministro d’Israele (1963–1969), figura discreta e pragmatica, ponte tra la generazione dei fondatori e quella della modernizzazione. Nato in Ucraina, arrivò in Palestina nel 1914, lavorò nei kibbutz e fu tra gli organizzatori della Haganah, la culla dell’IDF e il simbolo del passaggio del popolo ebraico dalla difesa di comunità isolate alla sovranità armata di uno Stato. Uomo di amministrazione più che di scena, incarnò la gestione concreta dello Stato più che il mito eroico della sua fondazione.

Percorso

Per anni gestì la macchina economica del Paese: direttore del Tesoro dell’Agenzia Ebraica, poi ministro delle Finanze dal 1952 al 1963. Succedette a Ben-Gurion e dovette consolidare un equilibrio politico fragile, tra laburisti, religiosi e liberali. Sotto la sua guida si avviò la grande stagione infrastrutturale e si ampliò il sistema educativo. La sua calma nascondeva un polso fermo: durante la Guerra dei Sei Giorni del 1967, dopo giorni di incertezza, nominò Moshe Dayan ministro della Difesa e approvò l’azione preventiva che cambiò la mappa del Medio Oriente.

Profilo

Eshkol non aveva il magnetismo dei suoi predecessori, ma possedeva senso del compromesso, pazienza, e capacità di ascoltare. Sapeva che Israele doveva diventare uno Stato come tutti gli altri: produttivo, organizzato, non solo eroico. Le sue esitazioni, spesso scambiate per debolezza, erano prudenza istituzionale.

Perché conta

Con lui Israele passò dall’epopea alla gestione, dal pionierismo alla stabilità. Fu il primo premier a morire in carica, e il suo lascito è quello di un Paese che, sotto la minaccia costante, imparava a funzionare come Stato maturo.


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