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Lettera mai spedita al Liceo Manara di Roma

un padre anonimo

a cura di Setteottobre

Tempo di Lettura: 4 min
Lettera mai spedita al Liceo Manara di Roma

Gentile Dirigente Scolastico,
Gentili Docenti del Liceo Classico “Manara”,

avrei voluto scrivervi come genitore di una studentessa del vostro Istituto per esprimere una seria preoccupazione in merito all’incontro previsto per il 20 novembre, dedicato al tema “Il Medio Oriente nello scacchiere internazionale” e affidato come unico relatore al sig. Franco Fracassi.
Il conflitto mediorientale è una questione complessa, dolorosa e di estrema attualità. Ritengo che proprio per la sua delicatezza sarebbe stato importante proporre agli studenti una pluralità di voci o, quantomeno, un approccio che evidenziasse la diversità di prospettive esistenti. Mi domando quindi se la scelta di un unico relatore, peraltro con posizioni pubbliche molto nette, sia realmente coerente con l’obiettivo formativo di fornire agli studenti strumenti critici equilibrati.

A conferma delle mie preoccupazioni, desidero segnalare alcuni passaggi pubblici del relatore. In un suo articolo recente Fracassi scrive che il ricordo del 7 ottobre «sta permettendo a Israele di poter provare a cancellare dalla cartina geografica la Palestina», presentando inoltre il proprio lavoro come un’inchiesta «sulla vera natura del sionismo e, in particolare, del sionismo revisionista, che alcuni hanno associato al nazismo». In altri suoi interventi, parlando della situazione a Gaza, afferma che a «Gaza l’Occidente ha creato un campo di sterminio, non è più una frase provocatoria» e che «Israele, per fare quello che fa, cioè per compiere il genocidio che sta compiendo, si affida ai big data». In un’intervista dedicata al tema della memoria e della Shoah sostiene inoltre che «la retorica dell’Olocausto è stata abbondantemente usata per giustificare il comportamento di Israele».

Non desidero qui entrare nel merito delle opinioni del relatore, né contrapporre una tesi politica a un’altra. Ritengo tuttavia che l’utilizzo di categorie come “genocidio”, “campo di sterminio” e riferimenti al nazismo per descrivere l’azione dello Stato di Israele costituisca un’impostazione fortemente schierata, che meriterebbe, proprio in un contesto scolastico, un contrappeso, un contraddittorio o almeno un momento di confronto plurale.

Mi chiedo inoltre se, nell’organizzazione dell’incontro, sia stato considerato l’impatto che queste posizioni possono avere su eventuali studentesse o studenti ebrei presenti nella scuola, o comunque su ragazzi e ragazze che non condividono questa narrativa. La sovrapposizione continua tra discussione politica sul sionismo, richiami alla Shoah e giudizi moralizzanti su Israele rischia infatti di confondere il piano politico con quello identitario, creando ambienti emotivamente difficili per alcuni studenti.

Per queste ragioni, avrei voluto chiedere cortesemente di conoscere:
1. Qual è stato il processo decisionale che ha portato alla scelta del sig. Fracassi come unico relatore;
2. Quali criteri di equilibrio e pluralità sono stati adottati nell’organizzare l’incontro;
3. Se la scuola abbia considerato l’opportunità di affiancare altre voci o programmare momenti successivi di confronto;
4. Se sia stata valutata la sensibilità degli studenti di diversa provenienza culturale o religiosa, in particolare degli studenti ebrei o di quelli che possono sentirsi feriti da una narrazione così sbilanciata.


Avrei confidato nel fatto che il Liceo Manara, che ha sempre dimostrato grande attenzione alla formazione critica, al dialogo e ai valori democratici, avesse potuto accogliere questa riflessione come un contributo costruttivo, rivolto esclusivamente alla tutela degli studenti e alla qualità della loro crescita culturale.


Per concludere:
Se un padre non ebreo ha timore di poter mettere in difficoltà la propria figlia inviando questa lettera, mi chiedo come può sentirsi un padre ebreo con la figlia al Manara?

Perché a Emanuele Fiano viene impedito di parlare all’università Ca Foscari, mentre un qualsiasi (sedicente) intellettuale pro-pal può parlare liberamente in un liceo (a dei minorenni)?

Perché esporre (imporre) una bandiera palestinese fuori dalla finestra o del balcone è normale, ma esporre una bandiera israeliana è imprudente e sconsigliabile?

E soprattutto come lo spiego a mia figlia che non ho avuto il coraggio di inviare questa lettera per proteggerla, ma non le ho insegnato il coraggio delle proprie idee?


Lettera mai spedita al Liceo Manara di Roma
Lettera mai spedita al Liceo Manara di Roma