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Le scuse della BBC per le parole a sproposito sul 7 ottobre. E la Rai

Nicoletta Ferragni

Tempo di Lettura: 3 min
Le scuse della BBC per le parole a sproposito sul 7 ottobre. E la Rai

La BBC ha dovuto scusarsi ufficialmente dopo che, in una comunicazione interna al proprio personale, il massacro del 7 ottobre 2023 era stato descritto come una semplice «escalation» del conflitto tra Israele e Hamas. Non si trattava di un servizio andato in onda, ma di una mail interna diffusa dal dipartimento BBC Audiences, l’ufficio che si occupa delle analisi sull’audience e dei rapporti con il pubblico.

L’intento dichiarato del messaggio era quello di segnalare ai dipendenti un’indagine interna sul modo in cui il pubblico britannico percepisce la copertura giornalistica della guerra. Ma la formulazione — e l’immagine allegata — hanno suscitato immediatamente sdegno tra i giornalisti della stessa emittente.

La mail recitava:

«Nel secondo anniversario delle escalation del conflitto Israele-Gaza, abbiamo chiesto al pubblico britannico cosa desidera e si aspetta dalla nostra copertura giornalistica».

Al posto di una foto delle vittime israeliane del pogrom di Hamas, la comunicazione era illustrata con l’immagine di donne e bambini palestinesi tra le macerie di Gaza.

Un conduttore senior della BBC, citato dal Telegraph, ha spiegato: «Non penso che chi ha scritto quell’email sia malvagio. Penso solo che non abbia alcuna comprensione del mondo contemporaneo. Usare un’immagine della sofferenza palestinese per commemorare il 7 ottobre: come può un errore simile essere approvato? È l’emblema del problema interno che la BBC deve affrontare».

Danny Cohen, ex direttore della programmazione televisiva dell’emittente, è stato ancora più diretto: «È scioccante, ma non sorprendente. È un altro esempio del pregiudizio istituzionale che permea la BBC. Chiamare il massacro terroristico del 7 ottobre un’“escalation” è offensivo. È il linguaggio che userebbe Hamas».

Un insider della BBC ha parlato al Telegraph di «una descrizione distorta di un massacro unilaterale, usata per di più in un briefing interno sulla percezione del pubblico: un segno di pregiudizio inconscio e di insensibilità verso i dipendenti ebrei».

Dopo le proteste, la direzione ha diffuso una nota di scuse ufficiali:
«Questa email interna avrebbe dovuto essere formulata in modo diverso. Ci scusiamo per l’offesa causata. Stiamo modificando il testo e lo sostituiremo sulla nostra intranet».

Non è la prima volta che la BBC finisce nel mirino per la sua linea editoriale sull’Israele-Hamas. A febbraio 2025, l’emittente si era già scusata dopo che una conduttrice aveva definito in diretta “prigionieri” tre ostaggi israeliani liberati da Hamas. E in luglio, un documentario dal titolo Gaza: How to Survive a War Zone aveva provocato polemiche per il legame diretto del narratore con Hamas, mai dichiarato al pubblico.

La questione è sempre la stessa: il linguaggio. Le parole non sono neutre, e nel servizio pubblico lo diventano ancora meno. La BBC, almeno, ha riconosciuto il suo errore.

Cosa dovrebbe fare la Rai — per non dire La7 — di fronte alla quantità innumerevole di prese di posizione pro-palestinesi che gli italiani, che pagano il canone, sono costretti a subire?


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Le scuse della BBC per le parole a sproposito sul 7 ottobre. E la Rai