“E’ diritto di ogni popolo che subisce violenze, come occupazioni, colonizzazioni, segregazioni di ribellarsi con ogni mezzo a sua disposizione, anche la lotta armata…ovviamente ci sono delle regole, se durante il corso di un’azione legittima (allude al 7 ottobre) si commettono dei crimini contro l’umanità allora secondo il diritto, nel senso più nobile del termine, va giudicato e punto chi ha commesso l’atto (per esempio, non bisogna prendere ostaggi), …ma il 7 ottobre non è caduto dal cielo…avviene dopo decenni e decenni e decenni di oppressione”.
Questa in sintesi è la tesi di Moni Ovadia, ospite di Borgonovo a Calibro 9. Cos’ha che non va? Che è il classico discorso labirintico dove, fra una frase giusta e una porcata colossale, si forma la tesi che è la stessa che ieri notte fra Bologna e Torino portava in piazza migliaia di giovani a “festeggiare” il 7 ottobre come giorno glorioso di resistenza Palestinese.
Per rispondere all’indignazione dell’FNSI, è questo che intendeva dire la campagna di comunicazione che abbiamo fatto per il 7 ottobre. Nei mezzi di informazione si fanno strada tesi che non giovano né al racconto della realtà né all’atmosfera del dibattito politico in corso, che pure necessiterebbe di grande lucidità.
E’ colpa del giornalista Borgonovo? Assolutamente no. Lui ha fatto il suo lavoro e noi di Setteottobre non chiederemo mai di silenziare voci, come invece avviene allegramente dall’altra parte. Tuttavia denunciamo e continueremo a denunciare quando il discorso di un ospite di una trasmissione o di un giornalista, o di chiunque, è sbagliato, ogni volta che si farà strada nei media una narrativa che, altro che spingere all’odio, giustifica la violenza. Sia essa sulla carta stampata che in rete. Chiamasi mezzi di informazione. Entrambi.
L’azione del 7 ottobre non è legittima. Il problema non è solo la presa degli ostaggi, ma i crimini atroci compiuti sui civili. In quell’azione legittima sono stati uccisi beduini musulmani ebrei e cristiani. Cosa c’è di legittimo? Non era resistenza. Era terrorismo. Non esiste il diritto “nel senso più nobile del termine”. Esiste il diritto e basta. Individuare e punire fra 3000 terroristi chi abbia fatto quegli scempi è una richiesta impossibile.
Quindi è tutta retorica. E così pian piano si fa strada un racconto sul 7 ottobre che non ha aderenza con la realtà: il 7 ottobre è un atto di resistenza. Legittimo. Alla faccia di quei giornalisti che, ne siamo convinti, hanno fatto onestamente il loro lavoro raccontando (come diceva l’FNSI) con orrore e precisione quel giorno.
Le parole sono importanti
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