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⌥ Le Giovanne d’Arco e il vasetto

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Francesca Albanese e Barbara Floridia, impeccabili paladine del nulla, si ergono a difesa del verbo e della purezza. Mai una sillaba contro Hamas, mai una preoccupazione per i rapiti israeliani.

Ma contro un giornale o un conduttore, ecco che partono le crociate. Le due moderne Giovanne d’Arco della sensibilità selettiva, fiaccola in mano e coraggio da talk show, vogliono ora imbavagliare Libero e bruciare sul rogo dell’indignazione Mario Sechi che quel giornale dirige senza timidezze. Si può criticare tutto, dicono, tranne la loro verità rivelata.

E giù via a parlare di “etica”, di “rispetto”, di “principi”, ma a forza di pronunciare quelle parole sono riuscite a svuotarle come predicatori in tournée. Non combattono per un’idea (avendone poche e quelle poche piuttosto malconce), combattono contro chi parla. E ogni tanto, anzi: ogni spesso, la fanno fuori dal vasetto.

Le Giovanne d’Arco del progressismo da salotto non sanno più distinguere la libertà dalla liturgia, la critica dal delitto d’opinione. E così, mentre gli assassini veri continuano a sparare, loro digrignano i denti e impugnano il microfono come una spada di cartone.


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