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L’avversione al sionismo giustifica i massacri degli ebrei

Giuliano Cazzola

Tempo di Lettura: 4 min
L’avversione al sionismo giustifica i massacri degli ebrei

La deriva della letteratura internazionale sulla guerra di Gaza ha determinato una situazione per cui i legali dei killer di Sidney hanno già tracciata una linea difensiva che potrebbe essere efficace nell’interesse dei loro assistiti. Basterebbe dimostrare che non era loro intenzione sterminare degli ebrei, ma sparare ai sionisti, in quanto appartenenti ad una lobby internazionale solidale con Israele. Per dare maggiore forza al ragionamento potrebbero citare le dichiarazioni di Francesca Albanese (relatrice per conto dell’Onu) e di tanti altri che hanno definito il massacro del sette ottobre un’azione della resistenza palestinese all’oppressore. D’altro canto, la magistratura di Torino (con l’annullamento del decreto di espulsione dell’Imam di San Salverio) ha stabilito tra grandi feste popolari che considerare il massacro del 7 ottobre un’operazione di resistenza all’oppressore è un’opinione rispettabile come qualsiasi altra. Citando questi precedenti i legali dei killer di Sidney potrebbero riuscire almeno a scaricare diverse aggravanti e ad acquisire sul piano mediatico quelle benemerenze solitamente riservate ai vendicatori degli oppressi. In fondo dovrebbero essere considerati dei combattenti, non degli assassini. La nostra è una evidente forzatura, ma a pensarci bene l’alibi dell’avversione al sionismo come fenomeno diverso e separato dall’antiebraismo è ormai un pretesto svelato anche da noi, da ultimo con la levata di scudi nei confronti del ddl Delrio contro l’antisemitismo, che non pretendeva di istituire dei nuovi reati, ma si accontentava di tenere sotto controllo la comunicazione al fine di evitare campagne d’odio di contenuto antisemita. Infatti, l’articolo 2 del ddl Delrio conferisce al Governo la delega per l’adozione – entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della legge – di uno o più decreti legislativi, volti a disciplinare in modo organico il contrasto all’antisemitismo online, determinando le modalità di intervento dell’Autorità per le garanzie nelle  comunicazioni (AGCOM), al fine di rafforzare gli strumenti di contrasto previsti nella Strategia nazionale e di garantire la piena ed effettiva applicazione del Regolamento (UE) 2022/2065. E’ bene notare che l’interlocutore è l’AGCOM, non le procure della Repubblica come temono i critici del ddl Delrio. Nel delirio pro Pal ci sono parole e concetti rivendicati come ‘’politicamente corretti’’ il cui uso è ritenuto ammissibile e scevro dall’accusa infamante dell’antisemitismo.Dopo la pronuncia della Corte di Appello di Torino queste affermazioni invero discutibili hanno avuto persino una copertura giuridica. Ora la regola è: non accusare qualcuno di essere antisemita se si dichiara antisionista o critico nei confronti di Israele e del suo governo. Ma chi sono e dove stanno i sionisti?  Che cosa mi rappresenta il sionismo nell’anno di grazia del 2025? Definire ‘’sionista’’ Netanyahu equivale ad attaccare l’etichetta di  ‘’garibaldina’’ a Giorgia Meloni. l Sionismo è stato un movimento politico e nazionale nato nel XIX secolo, che ha sostenuto il diritto del popolo ebraico all’autodeterminazione e alla creazione di uno Stato in Palestina (la Terra d’Israele). Qualche decennio prima, i garibaldini costituivano una formazione politica/militare che si batteva per l’Unità d’Italia. Ambedue questi obiettivi storici sono stati raggiunti. Pertanto non ha più senso definire sionista un cittadino di Israele che difende il suo Paese, ma si corre il rischio di cadere nella trappola di coloro che negano la legittimità dell’esistenza di Israele, come se il sionismo fosse la continuazione di una prevaricazione storica. E infatti la parola d’ordine ‘’Palestina libera dal fiume al mare’’ è la negazione del diritto di Israele all’esistenza. In sostanza il sionismo è ritenuta un’azione criminale continuata di cui si rendono responsabili tutti coloro che riconoscono e difendono l’esistenza dello Stato di Israele. Con riferimento a questo pensiero delirante si spiega perchèEmanuele Fiano  fu descritto dai ragazzotti dem di Bergamo come un sionista ‘’moderato’’. In sostanza è il ‘’sionismo’’ ad essere divenuto un’opinione meritevole di tutela perché si qualifica come la continuità storica della difesa di quel focolare nazionale che era stato immaginato dal sionismo militante nel 1897 al Congresso di Basilea con l’obiettivo di sottrarre gli ebrei da secoli di persecuzioni in Europa. In sostanza chiedere agli ebrei di non essere sionisti è pretendere una sconfessione della loro storia. Sarebbe come chiedere agli italiani di rinnegare il Risorgimento.

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