Nel 1716 un geografo/cartografo tedesco di nome Adrian Reland pubblicò un libro dal titolo “Palestina ex Monumentis”. La descrive desolata, abitata in maggioranza da ebrei, cristiani e da tribù beduine nomadi.
Nel 1868 il grande scrittore americano Mark Twain, assieme a un gruppo di viaggiatori statunitensi, compie un pellegrinaggio in Terra Santa. Il suo diario di viaggio diventò in seguito un libro famoso, “Gli innocenti all’estero” (la cui lettura è consigliata). Twain descrive un territorio scarsamente popolato: Gerusalemme all’epoca contava circa 14.000 abitanti.
A questo punto sorge la domanda: perché il territorio era così desolato, praticamente senza popolazione?
Qui il discorso si fa interessante.
Nel 1921 arriva nella Palestina mandataria uno scienziato di nome Israel Kligler. Nato in Ucraina nel 1888 ed emigrato negli USA all’età di nove anni, si era laureato in microbiologia a New York. Kligler trovò un territorio devastato dalla malaria.
Secondo un rapporto britannico del 1921, la malaria era di gran lunga la malattia più letale del paese. La gran parte dei territori acquistati dagli ebrei erano infestati dalle zanzare — motivo principale per cui venivano venduti, comunque a caro prezzo. La malattia stava decimando i pionieri sionisti, oltre al resto della popolazione. Alcuni insediamenti venivano semplicemente abbandonati.
Un visitatore del 1902 riporta che la guarnigione di confine dei turchi doveva essere rimpiazzata mensilmente, poiché i soldati contraevano la malaria in poco più di una settimana. Secondo un rapporto dell’esercito britannico del 1917, circa il 90% dei soldati nella località di Beit Shean — nella valle del Giordano — si ammalava entro dieci giorni.
Kligler, annota un decennio dopo il suo arrivo, che “non c’è dubbio che la staticità della Palestina nei secoli fosse dovuta principalmente alla malaria”.
Decise quindi di affrontare il problema alla radice.
L’Istituto per la Ricerca sulla Malaria, da lui fondato, si concentrò sull’eliminazione delle zanzare e del loro sistema riproduttivo. Il suo approccio diede risultati immediati: a Gerusalemme, nel 1923 furono curate per malaria 633 persone; l’anno successivo il numero scese a 347; nel 1928 erano solo 16.
Nel 1925 l’Organizzazione della Salute della Lega delle Nazioni inviò una Commissione per la Malaria in Palestina. La malattia stava diventando un tema pressante anche in Europa dopo la Prima guerra mondiale. I membri della commissione rimasero colpiti dal successo dei metodi di Kligler.
Nel rapporto finale si legge:
“L’uomo (Kligler) che ha portato a termine questo programma può essere considerato un benefattore non solo per la popolazione della Palestina, ma per il mondo intero.”
Il risultato diretto della sua opera fu l’avvio del ripopolamento della Palestina, cosa impossibile da molti secoli. Alla sua morte precoce nel 1944, a 55 anni, la malaria era già in forte declino.
Le implicazioni demografiche del lavoro di Kligler furono immediate. La popolazione totale della Palestina passò da 757.000 (1922) a 1.036.000 (1931), un incremento del 37%, il più alto al mondo in quel periodo.
A beneficiarne fu soprattutto la popolazione musulmana, con l’arrivo di oltre 170.000 persone dai paesi limitrofi. La popolazione ebraica aumentò di circa 90.000 unità, quella cristiana di circa 17.000.
Commento finale del Professor Bernard Nocht (1857–1945), esperto tedesco di fama mondiale in medicina tropicale e capo della Commissione Malaria della Lega delle Nazioni, al termine della sua visita in Palestina nel 1925:
“La Palestina mostrò i frutti di una campagna energica e vittoriosa che avrebbe stimolato altri a seguire i metodi lì impiegati.”
E ancora:
“Non era abitudine della Commissione fare paragoni, ma in questa occasione avrebbe affermato che l’interesse che la Palestina aveva suscitato era insuperabile rispetto a quello di qualsiasi altra loro visita. (…) La Commissione avrebbe tratto grande profitto dalla sua visita in Palestina, e il mondo avrebbe sicuramente tratto beneficio da ciò che avevano visto lì, attraverso il tramite della Società delle Nazioni.”
Fonte: The National Library of Medicine of United States of America (2022)
Il lavoro di Kligler ebbe un seguito importante.
L’influenza dell’Organizzazione per la Salute della Lega delle Nazioni sulle bonifiche italiane degli anni ’30 fu indiretta ma significativa: fornì stimoli tecnico‑scientifici e morali, promosse standard internazionali e mise a disposizione dati sulla malaria, un enorme problema di salute pubblica legato alle paludi.
Questo spinse l’Italia fascista a intensificare progetti già avviati — come l’Agro Pontino — per dimostrare efficienza, modernità e capacità di risolvere problemi sociali.
In sintesi, la Lega delle Nazioni creò un quadro di riferimento internazionale, scientifico e morale a disposizione del mondo.
La vittoria contro la malaria in Terra d’Israele
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