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La sfiducia meritata dell’informazione disinformata

Giulio Meotti

Tempo di Lettura: 9 min
La sfiducia meritata dell’informazione disinformata

Reuters Institute for the Study of Journalism dell’Università di Oxford ha intervistato 92.000 persone in 46 paesi. La domanda è semplice: “Ti fidi dei mezzi di informazione nel tuo paese?”. Si va dal 40 per cento in Italia al 30 in Francia al 36 in Inghilterra.

L’opinione pubblica occidentale non si fida più dei media. Ma anche senza sondaggi, chiunque apra un quotidiano o accenda la tv può accorgersi che c’è qualcosa che non va nel giornalismo.
Ora le dimissioni del direttore della Bbc, Tim Davie, e della direttrice dei servizi giornalistici, Deborah Turness, portano a terra la credibilità della tv pubblica britannica, nota come la “zietta”.

La polemica è esplosa dopo che una settimana fa il Telegraph, il quotidiano della destra conservatrice, ha pubblicato un documento interno redatto da un ex consigliere della Bbc, Michael Prescott, e indirizzato al consiglio di amministrazione della tv pubblica inglese.

Il popolare programma “Panorama” ha manipolato il video del discorso di Donald Trump del 6 gennaio 2021 in modo da far apparire che l’allora presidente, alla fine del suo mandato, stesse incitando i sostenitori a dare l’assalto al Campidoglio (cosa che era poi avvenuta drammaticamente). Nel documentario della Bbc, andato in onda poco prima delle elezioni americane dell’anno scorso, sembra che Trump dica: “Marceremo al Campidoglio e io sarò con voi e combatteremo, combatteremo come dannati”.

Due frasi diverse montate assieme dalla Bbc: dopo 15 minuti dall’inizio del discorso, Trump aveva detto “marceremo al Campidoglio e io sarò con voi: so che ognuno qui presto marcerà sul Campidoglio per far sentire le vostre voci pacificamente e patriotticamente”.

Dopo 54 minuti Trump dice, in un altro contesto sulla corruzione, “combatteremo, combatteremo come dannati”.

La Bbc pensava di poter trascinare Trump a fondo, ma ha finito per trascinare la propria reputazione nel fango. La Bbc ha distorto la verità per fini ideologici a livelli di manipolazione degni della Pravda. Se le televisioni (e molti quotidiani) in Italia dovessero passare per gli standard della Bbc non ne rimarrebbero molte in onda.

Ma il video manipolato di Trump è parte di un problema più vasto: nel report svelato dal Telegraph si accusa la Bbc di dar voce alla propaganda di Hamas e di dare spazio solo a storie positive sui trans, censurando le opinioni critiche come le femministe preoccupate dall’erosione degli spazi per sole donne.

La sede londinese della Bbc rende omaggio a George Orwell con una statua all’esterno dell’edificio. Eppure, la Bbc sembra ostinatamente decisa a emulare il “Grande Fratello”, la più mostruosa creazione immaginaria di Orwell.

Emergono ora giornalisti cacciati dalla Bbc per avere idee critiche sull’ideologia del gender o sull’immigrazione e servizi censurati dagli stessi giornalisti della Bbc. La femminista Suzanne Moore si è dovuta dimettere dal Guardian, per il quale ha lavorato vent’anni, dopo mesi di accuse di “transfobia” interne al giornale ed essere stata bullizzata dai colleghi. Alla Bbcvolevano anche impedire a J.K. Rowling di parlare.


Ne sa qualcosa la conduttrice della Bbc, Martine Croxall, protagonista di una scena clamorosa. Croxall ha sferrato un colpo al buon senso osando dire l’indicibile, dando voce a una parola che è diventata stranamente proibita in certi ambienti. Quale termine blasfemo ha pronunciato? “Donne”. È successo durante un servizio sull’ondata di caldo. Croxall stava parlando di una ricerca sul numero di decessi correlati al caldo che la Gran Bretagna potrebbe vedere con l’aumento delle temperature.

Croxall leggeva dal gobbo: “Malcolm Mistry, che era coinvolto nella ricerca, ha detto che le persone anziane e incinte…”. Poi si è fermata. “Persone incinte”? Che diavolo di politicamente corretto è questo? Croxall si è ribellata al gobbo e ha detto la verità: “Donne”, con un’esasperazione clamorosa.

Risultato? La giornalista è stata appena punita dalla Bbc. L’episodio aveva suscitato numerose segnalazioni da parte degli spettatori per un’espressione “di disgusto, disprezzo ed esasperazione” da parte della giornalista.

Aveva ragione a essere disgustata di quanto le avevano fatto leggere.

Sembra la televisione della DDR, che in tv mandava ogni sera in onda “Sandman”, popolare eroe per bambini socialista, buono, altruista, dedito a costruire un mondo migliore…A Ovest la chiamarono “la Repubblica di sabbiolino”. Un inganno, come tutta la DDR, l’unico paese che ha costruito un muro non per tenere fuori le persone, ma per tenerle dentro.

Il giornalismo ha venduto la sua anima al diavolo del politicamente corretto, che ha divorato la Bbc e i media: più che informare, educano alla paura di parlare. Quando ogni opinione deve passare al vaglio del comitato dell’offesa potenziale, non resta che l’uniformità del pensiero.

Ma non riguarda solo Trump o essere filo Hamas o censurare la libertà di parola sulla differenza sessuale. Un’informazione che smette di servire chi vuole capire il mondo, comincia a servire solo chi vuole dormire tranquillo.

La Bbc ama atteggiarsi a isola di verità in un mare vorticoso di disinformazione digitale. Ora sappiamo che è una fonte di falsità, pompose falsità su Trump, falsità antiscientifiche sul transgenderismo e ideologiche falsità su Israele.

Le stesse dimensioni della BBC e la vastità della sua portata, un enorme monopolio pubblico, un apparato burocratico di tipo quasi sovietico, che non è responsabile di fronte a nessuno, fanno sì che “la verità della BBC” sia immediatamente creduta.

C’è un pregiudizio ideologico ormai endemico nel giornalismo. La notizia non è più ciò che accade, ma ciò che è socialmente accettabile raccontare. È il trionfo della paura: paura dei tweet indignati, delle petizioni online, dei tagli di budget e delle accuse di insensibilità (l’attuale presidente della Bbc si chiama Samir Shah).

Il New York Times utilizza il termine “donne non transgender” per riferirsi alle donne biologiche. Può il New York Times permettersi di dare spazio a domande e dubbi sui trattamenti medici troppo disinvoltamente riservati ai cosiddetti “bambini trans”? La risposta è no, non può. Questo il senso della lettera aperta sottoscritta da oltre 1.000 firme del prestigioso quotidiano americano.

L’ex direttrice del New York Times, la potentissima Jill Abramson, ha rimproverato i media per non aver riferito che Joe Biden era cognitivamente compromesso prima che fosse evidente a tutto il mondo, anche ai giornalisti che notoriamente passano il tempo a coprire le tracce di quello che ritengono sconveniente.

E per capire come funzionano i media: Alain Kupchik, giornalista belga, sulla rete televisiva LN24 ha criticato la narrazione su Gaza manipolata da Hamas. Risultato? Kupchik è stato licenziato e non è andato più in onda.

Il conduttore veterano Michael Buerk ha dichiarato che “la libertà di parola è seriamente sotto attacco” presso la Bbc, lamentando che ci siano troppi argomenti che ormai “non possono essere detti”, scrive The Independent.

Il caporedattore del sito web, Raffi Berg, è stato preso di mira da attivisti che indossavano la kefiah, ha ricevuto minacce di morte e ora è sotto protezione.

La Bbc ha ritirato un documentario sulla guerra a Gaza dopo che è emerso che il narratore era figlio di un funzionario di Hamas, ricorda The Standard.

Poi la tv finisce travolta dalla diffusione di cori inneggianti a “morte a Israele”.

In sostanza, l’emittente è diventata portavoce della disgustosa propaganda di Hamas, alimentando l’antisemitismo nel Regno Unito e in tutto il mondo.

La Bbc ha accettato di trasmettere un documentario sul massacro di 364 giovani israeliani al Festival Nova da parte di Hamas, ma a patto che i terroristi non fossero chiamati “terroristi”.

La stessa Bbc che ha messo nel mirino Upsy Daisy, il pupazzetto protagonista di un popolarissimo programma televisivo per bambini. L’accusa? “Troppo bianca”. Così la Bbc ha usato un pupazzo di colore.

Una storica voce della radio della Bbc, David Lowe, ha avuto la “colpa” di aver trasmesso una canzone del 1930 dal titolo “The Sun Has Got His Hat On”, dove compare la parola “negro”. A Lowe non è servito spiegare che non sapeva che vi fosse presente o ricordare che nell’epoca in cui il brano è stato scritto quel termine non era considerato razzista. La Bbc lo ha messo alla porta. Boris Johnson ha paragonato la tv inglese ai fondamentalisti islamici: “Riuscite a pensare a qualsiasi altra società, a parte la Nigeria, in cui le persone possono improvvisamente decidere che qualcosa è ‘haram’, proibita?”.

Attraverso il responsabile del servizio arabo dell’emittente britannica, Tarik Kafala, la Bbc ha stabilito che i terroristi non si devono più chiamare “terroristi”.

Il timore di offendere gli islamici che vivono in Gran Bretagna ha spinto il canale 4 dell’emittente a cambiare la trama di una serie televisiva, Casualty, cancellando dalla sceneggiatura l’attacco suicida di un terrorista islamico, su pressione della commissione interna della tv che vigila sui contenuti.

La BBC ha anche deciso che si possono continuare a fare battute, anche irriverenti, sul Vaticano e gli ebrei, ma non sull’Islam. Lo ha stabilito Mark Thompson, direttore del servizio pubblico britannico. La motivazione? I musulmani “sono più suscettibili” dei cristiani e quindi è meglio non irritarli.

Così una nota giornalista della BBC, Fiona Bruce, è stata “esaminata” per mesi dai dirigenti della tv pubblica inglese per il suo pendente con la croce.

The New Criterion ha evidenziato il netto contrasto tra il modo in cui la BBCdescrive l’Islam e il Cristianesimo:

“L’Islam ha avuto origine in Arabia ed è stato rivelato all’umanità dal Profeta Muhammad (pace su di lui). Coloro che seguono l’Islam sono chiamati musulmani. I musulmani credono che ci sia un solo Dio (Allah)”.
Capito? Ecco l’introduzione della Bbc al Cristianesimo: “Il Cristianesimo è la religione più grande del mondo, con 2,1 miliardi di seguaci in tutto il mondo. Si basa sugli insegnamenti di Gesù che visse in Terra Santa 2.000 anni fa”.
Ci manca solo che dicano che Gesù era palestinese e non ebreo. O forse hanno detto anche quello.
Rispetto al nostro giornalismo, quel nano malefico di Goebbels era un dilettante.


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