In Italia, in Europa e in Occidente si è costruita una narrazione anti-israeliana che inevitabilmente alimenta la caccia all’ebreo, come dimostrano i numerosi episodi di violenza e discriminazione.
Parlo di narrazione anti-israeliana perché la tesi secondo cui nessuno metterebbe in discussione il diritto all’esistenza di Israele, limitandosi a protestare contro il suo governo “criminale”, è solo una foglia di fico utile a coprire il pregiudizio verso lo Stato ebraico.
Da quando ho raggiunto l’età della ragione, non ricordo una sola occasione in cui l’esercizio del diritto di difesa da parte del governo israeliano non sia stato oggetto di attacchi durissimi. Attacchi che partono sempre dall’ipocrita premessa secondo cui occorre distinguere il Paese e la sua popolazione da chi lo governa. In sostanza, i governanti israeliani avrebbero dovuto rinunciare a difendere l’esistenza del loro Stato, attendere inermi la sua fine ed evitare così di essere costantemente messi all’indice da quella parte di opinione pubblica che vive in Occidente ma è contro l’Occidente.
Un altro aspetto inquietante della furia antisraeliana che serpeggia in larghi strati dell’opinione pubblica (la maggioranza o solo quella più rumorosa?) è che essa si nutre della propaganda di Hamas, costruita sulla base di fake news. Foto e video artefatti, numeri incontrollati e incontrollabili diffusi dal ministero della Salute di Hamas vengono assunti come oro colato, diventando terreno di coltura per la narrazione che descrive Israele come affamatore di civili, soprattutto donne e bambini, come sterminatore di persone inermi solo per il gusto di farlo.
Nessuno si premura di verificare se il senso della storia non sia esattamente l’opposto: se sia Hamas a sequestrare gli aiuti per taglieggiare il suo popolo; se Israele abbia deciso di acquisire il controllo della distribuzione del cibo proprio per evitare questo scempio e garantire ai palestinesi il diritto di accedere agli aiuti senza piegarsi alla logica del pizzo; se sia Hamas a sparare sui civili in fila, estromessa da questo turpe mercato, e a scaricare poi la responsabilità su Israele per alimentarne l’odio.
Almeno il beneficio del dubbio Israele lo meriterebbe. E invece no: si concede incondizionato credito a Hamas, un’organizzazione terroristica alla quale non interessa il destino del suo popolo, piuttosto che a un Paese democratico che combatte per la sua sopravvivenza.
Anche la propaganda nazista costruiva una narrazione sinistra sugli ebrei e molti, senza riflettere né interrogarsi sulla veridicità di quelle menzogne, caddero nel sonno della ragione, trascinati dalla forza suggestiva del senso comune.
Speriamo che oggi tanti si sveglino. Perché sappiamo come andò a finire allora, e perché i palestinesi hanno il diritto di essere liberati dal giogo di Hamas.
La narrazione anti-israeliana che alimenta l’odioLa narrazione anti-israeliana che alimenta l’odio La narrazione anti-israeliana che alimenta l’odio