Sembrano codici fiscali. Ma sono nomi da registrare, uno per uno: uomini condannati per omicidi, attentati, rapimenti che tornano a essere merce di scambio. Tracciarli serve a capire cosa viene restituito insieme agli ostaggi. L’8 ottobre Israele e Hamas hanno siglato la prima fase di un cessate il fuoco e di uno scambio di ostaggi, mediato dagli Stati Uniti con Qatar ed Egitto garanti: liberazione di prigionieri palestinesi in cambio della consegna degli ostaggi ancora vivi e, in un secondo tempo, dei corpi dei deceduti.
Il governo israeliano ha pubblicato l’elenco dei detenuti da rilasciare: 1.950 tra prigionieri e prigionieri di guerra, con circa 250 ergastoli nella lista ufficiale del Ministero della Giustizia. Molti saranno deportati, altri trasferiti in Cisgiordania o liberati con restrizioni. Numeri e profili indicano il prezzo concreto dello scambio.
Tra i nomi compaiono responsabili di attacchi mortali. Imad Qawasmeh (Hamas), arrestato nel 2004 per gli attentati di Beersheba con sedici vittime, condannato a sedici ergastoli, figura tra i deportati. Ismail Hamdan (Fatah), condannato per il rapimento e l’uccisione di Avi Boaz Braverman, sarà trasferito fuori da Israele. Jihad Roum (Tanzim), condannato per l’omicidio di Yuri Goshtsin vicino Ramallah, è inserito nella lista. Amin Shuqeirat (Jihad Islamica Palestinese), condannato per l’uccisione di due guardie a Gerusalemme, è destinato alla deportazione.
Bilal Ajarmeh (Fatah), arrestato nel 2003 per attacchi lungo la Route 60 e per esecuzioni di presunti collaboratori, rientra tra i condannati all’ergastolo. Mahmoud Issa (Brigate al-Qassam), condannato per il rapimento e l’uccisione del sergente Nissim Toledano nel 1992, è incluso. Mohammad Abu Tbeikh (Jihad Islamica), attivo a Jenin nel 2002, uscirà di prigione.
Figurano inoltre Baher Badr (attentato di Tzirifin, 2003), Iyad Abu al Rub (serie di attentati suicidi 2003-2005, Saraya al-Quds a Jenin), Riyad al Ammour (Tanzim/Fatah, omicidi durante la Seconda Intifada). Altri nominativi: Qassem Aref Khalil al-Asafreh, Muhammad Aref Samhan, Ibrahim Muhammad al-Raai, Raad Abd al-Aziz, Rashid Mahmoud Omar, Omar Mahmoud Bassis, Arafat Hamid Zir, Faisal Mahmoud Abdullah Khalifa, Firas Sadiq Muhammad Ghanem, Ibrahim al-Hani, Ibrahim al-Qam, Atiyah Abu Samhadana, Alaa al-Din al-Karki. Molti, condannati negli anni della Seconda Intifada, sono stati quadri operativi di Hamas, Jihad Islamica, Fatah e Fronte Popolare.
Tutti quei nomi, messi in fila, dicono poco ai più. Soprattutto a chi manifesta per una Palestina “libera” — non da Hamas, non da un presidente mai più eletto, non dalla violenza machista. Eppure ogni nome ha un passato di sangue. Anche nel 2011, con lo scambio per Gilad Shalit, la lista sembrava di sconosciuti. In mezzo c’era Yahya Sinwar.
La lista dei rilasciati: nomi, crimini, conseguenze
La lista dei rilasciati: nomi, crimini, conseguenze