Un attacco a sorpresa:
Il 6 ottobre 1973, giorno dello Yom Kippur (la festività ebraica più solenne), una coalizione di paesi arabi guidata da Egitto e Siria lanciò un attacco a sorpresa contro Israele, cogliendo impreparate le Forze di Difesa Israeliane. L’offensiva ebbe inizio nel primo pomeriggio, con un massiccio assalto egiziano attraverso il Canale di Suez e un contemporaneo attacco siriano sulle Alture del Golan. Israele fu colta alla sprovvista sia per la festività che per l’eccessiva fiducia nel proprio vantaggio strategico dopo la Guerra dei Sei Giorni.
I primi giorni e lo shock israeliano:
Nei primi due-tre giorni, gli eserciti arabi ottennero successi significativi. Gli egiziani superarono la linea Bar-Lev nel Sinai e si attestarono sulla sponda orientale del canale. I siriani avanzarono rapidamente nel Golan. Le perdite israeliane furono pesanti, l’esercito non era mobilitato, e l’opinione pubblica fu scossa da un senso di vulnerabilità mai vissuto dalla fondazione dello Stato. Si parlò apertamente, per la prima volta, del rischio esistenziale.
La controffensiva israeliana:
Dopo una mobilitazione generale e l’arrivo di rifornimenti cruciali dagli Stati Uniti, Israele lanciò una controffensiva decisiva. Nel Sinai, le forze israeliane attraversarono a loro volta il Canale di Suez, accerchiando la Terza Armata egiziana. Sul fronte del Golan, respinsero i siriani e avanzarono fino a pochi chilometri da Damasco. La guerra terminò il 24 ottobre con un cessate il fuoco mediato dall’ONU, ma con il peso di oltre 2.600 soldati israeliani uccisi.
Una guerra di svolta:
La Guerra del Kippur fu un punto di svolta psicologico e politico per Israele. L’immagine dell’invincibilità costruita nel 1967 fu spezzata. Il Paese cominciò a fare i conti con i propri limiti, con il fallimento dell’intelligence e con la necessità di rivalutare le strategie difensive. La Commissione Agranat, istituita per indagare sulla mancanza di preparazione, portò alle dimissioni del capo di stato maggiore e, poco dopo, della premier Golda Meir.
Conseguenze regionali:
Sul piano diplomatico, la guerra aprì uno spiraglio: il presidente egiziano Sadat, pur avendo subito una sconfitta militare sul campo, poté presentarsi come vincitore morale e politico. Questo gli permise, pochi anni dopo, di intraprendere la via della pace con Israele. La guerra portò inoltre all’embargo petrolifero arabo contro l’Occidente e a una crisi energetica globale. Per Israele fu una ferita profonda, ma anche il preludio a una storica normalizzazione con il più potente dei suoi nemici arabi.
La Guerra del Kippur (1973) La Guerra del Kippur (1973)