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La Guerra dei Sei Giorni (1967)

Setteottobre

Tempo di Lettura: 2 min
La Guerra dei Sei Giorni (1967)

Origini e contesto:

Nel 1967, la tensione tra Israele e i Paesi arabi confinanti raggiunse il culmine. L’Egitto di Nasser chiese il ritiro delle truppe ONU dal Sinai, chiuse lo stretto di Tiran (blocco navale considerato atto di guerra da Israele), firmò patti militari con Siria e Giordania e ammassò truppe al confine. Slogan come “buttare a mare gli ebrei” venivano ripetuti da leader arabi e nelle piazze del Cairo e di Damasco. Israele, temendo un attacco imminente su più fronti, decise di agire per primo..

Guerra lampo:

Il 5 giugno 1967, Israele lanciò un attacco aereo preventivo contro l’aviazione egiziana, distruggendola in poche ore. In sei giorni di combattimenti, le Forze di Difesa Israeliane (IDF) conquistarono la Striscia di Gaza e il Sinai dall’Egitto, la Cisgiordania e Gerusalemme Est dalla Giordania, e le Alture del Golan dalla Siria. La guerra si concluse il 10 giugno con una vittoria militare travolgente per Israele, che triplicò le sue dimensioni territoriali.

Gerusalemme unificata:

Durante la guerra, Israele prese il controllo della parte orientale di Gerusalemme, inclusa la Città Vecchia e il Muro del Pianto. Fu un evento storico e simbolico potentissimo per il popolo ebraico. Il governo israeliano dichiarò Gerusalemme capitale “unita e indivisibile”, una posizione non riconosciuta dalla comunità internazionale, ma che segnò un punto di svolta identitario e politico per Israele.

Conseguenze politiche e diplomatiche:

La Risoluzione 242 del Consiglio di Sicurezza dell’ONU (novembre 1967) chiedeva a Israele il ritiro “da territori occupati” e ai Paesi arabi il riconoscimento dello Stato ebraico. Ma i leader della Lega Araba, riuniti a Khartoum nell’agosto 1967, risposero con i famosi “tre no”: no alla pace con Israele, no al riconoscimento, no alle trattative. Cominciò così una lunga fase di stallo.

Dibattito interno e riflessi futuri:

In Israele, la vittoria accese un intenso dibattito: da un lato l’euforia per la sicurezza e l’unificazione di Gerusalemme, dall’altro l’interrogativo su come gestire milioni di palestinesi nei nuovi territori. Iniziò un processo complesso di insediamenti, controllo militare e conflitti ricorrenti, che segneranno decenni di politica israeliana e mediorientale. La Guerra dei Sei Giorni rimane uno spartiacque: un trionfo militare e nazionale, ma anche l’inizio di nuove sfide.


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