Davanti alle coste israeliane è giunta l’ennesima flottilla “umanitaria”. Giovincelli con bandana e GoPro con posa da eroi della libertà mentre, in realtà, coprono la smania di crociera low cost e finanziata da Hamas con un sordido pretesto politico. Selfie, bandierine, cori contro Israele: la vacanza diventa resistenza, il mare diventa scenografia.
L’“ideale” che sbandierano serve a mascherare un’altra verità: che sotto la vernice progressista scorre il solito schifo antisemita. Torneranno a casa posando da paladini, osannati nei loro circoli, coccolati da mammine tutte eccitate al racconto di come hanno “sfidato l’impero sionista” con una barca a vela. In realtà hanno solo galleggiato nella melma dell’odio, trasformando il Mediterraneo in passerella.
Eroi? No: teppistelli in costume, intrepidi come bagnini in piscina coperta e ciclisti sulla pista ciclabile. Alla fine, solo tristi turisti del rancore.
La partita di pallone
La partita di pallone
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