I concerti di Jovanotti sono sempre divertenti, pieni di energia e di ottima musica.
Lo scorso 26 luglio ne ha tenuto uno in Friuli Venezia Giulia, ai piedi delle Alpi. In quell’occasione ha pronunciato queste parole su quanto sta avvenendo a Gaza:
«Non ho niente di intelligente da dire su quello che sta succedendo. E siccome non ho niente di intelligente da dire, non dico niente. Prego, spero e mi auguro che questa follia ci insegni qualcosa».
«Per chi faccio il tifo? Per entrambe le parti, non è una questione di tifoseria. Io sono tifoso solamente per sostenere la pace, la tregua. È l’unica cosa che sono in grado di sostenere con il mio modo di intendere la vita».
Due affermazioni lontane dai mainstream, e pure parecchio. La prima è il diritto a non esprimersi, se non si hanno sufficienti e accurate informazioni. La seconda è il rifiuto della logica delle tifoserie, scegliendo di sperare semplicemente nella pace.
Ma questo era troppo per i fascisti. Sì, perché un gruppo di fascisti lo ha immediatamente aggredito mediaticamente, processandolo e condannandolo per il reato gravissimo di non aver pensato – su quella vicenda – esattamente ciò che loro volevano che pensasse.
E così, al concerto successivo, cinque giorni dopo in provincia di Arezzo, il «condannato» ha dato corso alla sentenza del tribunale del popolo. Si è conformato al diktat usando l’intero repertorio classico, dal «governo israeliano criminale» in giù.
Non è dato sapere se l’artista sia stato lasciato libero di scrivere quelle parole o se, più probabilmente, i fascisti gliele abbiano fatte avere già pronte.
Siete sorpresi dal termine che ho usato, «fascisti»? Beh, non dovreste. Io definisco così – e da sempre – chiunque utilizzi la violenza, fisica o verbale, per imporre agli altri di accantonare la propria legittima opinione e adottarne una da loro minuziosamente definita.
Perché in questi tempi strani succede anche questo: ad essere fascisti non sono solo quelli in camicia nera (ce ne sono ancora, eh), ma anche tanti altri, spesso – pensate un po’ – cresciuti e legittimati proprio grazie all’antifascismo.
Solidarietà a Lorenzo Cherubini, in arte Jovanotti. E mi raccomando, non si azzardi più: stavolta se l’è cavata con l’abiura pubblica, ma di questi tempi non si sa mai.
Jovanotti e i fascisti Jovanotti e i fascisti Jovanotti e i fascisti