Rabbino, filosofo, voce morale del nostro tempo. Nato a Londra, formatosi tra Cambridge e Oxford, fu rabbino capo del Commonwealth per oltre vent’anni e divenne una delle figure più ascoltate del pensiero ebraico contemporaneo.
Univa rigore e chiarezza, tradizione e apertura. Nei suoi libri – da The Dignity of Difference a Not in God’s Name a Morality – cercò un linguaggio capace di parlare al mondo secolare senza tradire la Torah. Per lui la fede non era rifugio ma responsabilità: la libertà, dono fragile da esercitare insieme agli altri.
Sacks non gridava, argomentava. Credeva nel dialogo ma non nel relativismo, nella differenza come fonte di armonia e non di paura. Quando se ne andò, lasciò un vuoto raro: quello di chi sapeva dire le cose antiche come se fossero nuove, e quelle nuove come se avessero sempre fatto parte dell’anima umana.
Jonathan Sacks (1948–2020)

