In Grecia, nel cuore dell’Europa turistica, si moltiplicano gli episodi di antisemitismo nel silenzio assordante del Governo.
Martedì notte a Rodi, un gruppo di giovani israeliani di 17‑18 anni è stato aggredito all’esterno del locale “Hakuna Matata” da una folla pro-Palestina, composta da 30‑40 manifestanti armati anche di coltelli. Hanno filmato l’aggressione, calciato e picchiato almeno uno di loro, con uno dei ragazzi ferito e costretto a nascondersi dietro un muro o dietro un camion, mentre altri quattro amici scappavano disperati. «Abbiamo chiamato l’ambasciata, la polizia è arrivata dopo un’ora e ci ha scortati via» ha raccontato Shachar Gutman, uno dei protagonisti.
Il giorno prima, nella vicina isola di Syros, una nave da crociera israeliana con circa 1.600 turisti è stata bloccata da una folla di 300 manifestanti filo-palestinesi. È stata vietata l’uscita dal porto, e il comandante ha deciso di fare rotta su Cipro per ragioni di sicurezza. «Straziante e oltraggioso», ha definito il portavoce del governo greco Pavlos Marinakis, che ha condannato l’episodio senza esitazioni.
Il portavoce Marinakis ha assicurato che «l’antisemitismo, il razzismo e il fascismo non saranno tollerati in Grecia». Il ministro Adonis Georgiadis ha definito il blocco a Syros «inimmaginabile, inaccettabile» e si è scusato a nome del governo greco. Inoltre, il ministro israeliano Gideon Saar ha contattato il collega greco Georgios Gerapetritis, mentre l’ambasciata israeliana ad Atene è rimasta mobilitata e ha presentato formali contestazioni.
Il fenomeno non è isolato. Negli ultimi mesi si registrano atti di vandalismo contro sinagoghe e monumenti e aggressioni a cittadini israeliani e ebrei in varie città greche (Atene, Salonicco, Volos, Larissa), con un’escalation che è stata definita “la peggiore mai vista” in tempi recenti.
Questi due incidenti, a distanza di meno di 48 ore, dimostrano una pericolosa tendenza: turisti israeliani discriminati e aggrediti nel cuore del Mediterraneo, e governi locali incapaci di garantire sicurezza e diritti fondamentali.
La tolleranza di queste aggressioni mina i valori europei, il diritto alla mobilità e alla protezione, e solleva preoccupazioni sul peggioramento dell’antisemitismo anche in Paesi tradizionalmente vacanzieri.
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