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Islam in Europa. Il sondaggio che fa tremare Parigi

Shira Navon

Tempo di Lettura: 4 min
Islam in Europa. Il sondaggio che fa tremare Parigi

In Francia un sondaggio è bastato per scoperchiare tutto ciò che ribolle sotto la superficie: tensioni politiche, rancori ideologici, accuse di manipolazione, minacce, querele incrociate. L’indagine dell’Ifop sull’atteggiamento dei musulmani di Francia, pubblicata la scorsa settimana, avrebbe potuto aprire un dibattito serio sul rapporto tra religione, Repubblica e radicalismo. Invece ha generato una tempesta che ora coinvolge politici, giornalisti, centri religiosi e il mondo della ricerca. E’ necessario sapere che l’Ifop (Institut français d’opinion publique) è uno dei principali istituti francesi di sondaggi e ricerche d’opinione e una delle strutture più antiche in Europa nel campo della demoscopia.

La miccia l’hanno accesa due deputati di La France Insoumise, Paul Vannier e Bastien Lachaud, che su X hanno definito l’indagine “truccata”, “pilotata da una potenza straniera” e costruita “per servire l’ideologia dell’estrema destra”. Accuse pesanti che l’Ifop considera diffamatorie al punto da annunciare immediatamente una denuncia. Per il direttore generale Frédéric Dabi, quei messaggi hanno “trasformato in bersaglio la schiena” dei ricercatori. E non è un’espressione metaforica: nelle ore successive sono partite campagne d’odio coordinate, un’ondata di insulti e minacce che ha trasformato una disputa metodologica in una questione di sicurezza.

La polemica ha un livello ancora più allarmante. Prima dell’Ifop, due giornalisti freelance della rivista Écran de veille, Nora Bussigny ed Emmanuel Razavi, avevano già presentato denuncia dopo che Vannier aveva diffuso i loro nomi, scatenando una violenza online tale che Bussigny è stata posta sotto protezione in Svizzera e Razavi ha evocato esplicitamente il precedente Samuel Paty. Non si tratta di esagerazioni: i due erano stati auditi dall’Assemblea nazionale sulle influenze islamiste e avevano parlato di rapporti tra alcuni esponenti La France Insoumise e figure vicine ai movimenti fréristi o salafisti. Da quel momento sono diventati bersagli.

Quaranta deputati centristi hanno chiesto al procuratore di Parigi di intervenire, ricordando che colpire i giornalisti significa colpire la democrazia. Allo stesso tempo, Écran de veille ha denunciato la diffusione dell’indirizzo della redazione. Dal 20 novembre la sede della rivista è chiusa e sotto sorveglianza. È un salto di qualità inquietante: le controversie sul radicalismo islamista non sono più solo verbali, ma rischiano di tradursi in intimidazioni fisiche.

Nella confusione generale sono entrate anche alcune organizzazioni musulmane. Quattro consigli dipartimentali del culto islamico – Loiret, Aube, Bouches-du-Rhône e Seine-et-Marne – hanno presentato una denuncia contro X, accusando l’Ifop di avere usato domande “orientate”, di aver enfatizzato “risultati minoritari” e di alimentare la stigmatizzazione di un’intera comunità. France Insoumise cavalca queste accuse, aggiungendo il sospetto che Écran de veille abbia avuto rapporti con una società ritenuta vicina agli Emirati Arabi Uniti: una collaborazione trasparente, breve e ormai chiusa, secondo il direttore Atmane Tazaghart.

Sul piano politico, Jean-Luc Mélenchon ha fatto il resto, denunciando il “sondaggio OPIF” – un gioco di parole sprezzante con Ifop che allude all’espressione ‘au pif’, a casaccio, senza metodo – e sostenendo che le inchieste d’opinione servano un’agenda elettorale favorevole a Jordan Bardella contro Marine Le Pen. Una retorica che mischia vecchi complotti, nuovo antagonismo e l’ossessione insoumise per i sondaggi visti come strumenti di manipolazione.

Ma la vicenda rivela qualcosa di più profondo. La Francia vive da anni in uno stato di tensione permanente sul tema dell’islam politico, delle derive radicali e degli attentati che hanno lasciato ferite ancora aperte. Qualunque tentativo di studiare sociologicamente questo territorio viene immediatamente trascinato sul piano dello scontro ideologico. È il clima che ha travolto anche l’Ifop: un istituto che negli ultimi mesi ha condotto ricerche commissionate tanto da media mainstream quanto dalla Grande Moschea di Parigi, che proprio un anno fa gli aveva affidato uno studio sulla musulmanofobia.


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