C’è un fenomeno curioso che attraversa le università europee: l’umanitarismo modulabile, quello che si accende solo quando c’è Israele nel mirino.
Arriva un rapporto zoppicante su Gaza e l’accademia esplode; due minuti dopo, quando si parla degli impiccati di Teheran, dei campi cinesi o dei villaggi sudanesi cancellati dalla mappa, cala un silenzio che fa quasi eco. È la militanza a intermittenza: critica dove è comodo ma resta cieca e senza parole dove servirebbe davvero un po’ di coraggio.
Un esercizio perfetto per chi ha capito che indignarsi paga, purché sia a costo zero. E quando il costo sale, spariscono tutti, improvvisamente muti come statue con la coscienza in saldo.
Indignazione a orologeria
Indignazione a orologeria
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