Mi chiamo Anouk Levy, sono una studentessa e vivo a Tel Aviv. Ho vissuto tutta la mia vita a Roma, e circa tre anni fa mi sono trasferita qui per studiare, ma da qualche giorno la situazione è diventata preoccupante.
Giovedì sera ero fuori con i miei amici, quando all’improvviso abbiamo sentito una sirena e ricevuto tutti un messaggio sul telefono che ci avvertiva di restare vicino a un bunker: Israele stava attaccando alcune basi e c’era la possibilità di una risposta. Non avevamo mai ricevuto un messaggio del genere e non sapevamo quanto tempo ci restasse prima di un eventuale attacco, così abbiamo iniziato subito a correre per rifugiarci in un’area protetta.
Venerdì sono iniziati i lanci di missili. Vivo qui da tre anni, quindi ormai sono abituata a questo tipo di situazione, ma questa volta è stato diverso. I missili provenienti dall’Iran sono molto più potenti di quelli a cui eravamo abituati, e i danni finora sono stati molto più vicini alla nostra realtà quotidiana.
Domenica notte, case di nostri amici, a soli cinque minuti da dove abito, sono state colpite. Fortunatamente erano già nei rifugi, quindi non ci sono stati feriti, ma le case sono state distrutte. Il giorno dopo sono passata vicino al punto in cui era caduto uno dei missili: il bar in cui ero stata il giorno prima con le mie amiche per studiare non esiste più. Solo rovine.
La situazione è profondamente destabilizzante: notti interrotte più volte dagli allarmi, muri che tremano e la costante paura che un missile possa colpire la tua casa.
Ma ciò che fa più male è il silenzio delle persone. In Italia, pochissimi si sono preoccupati di sapere come stessi. In Occidente si vedono invece manifestazioni di solidarietà verso il regime islamico, e sui social si leggono commenti antisemiti e affermazioni secondo cui l’Iran avrebbe “diritto a difendersi”. Questo non va solo contro Israele, ma anche contro il popolo iraniano stesso. È doloroso vedere come tanti non capiscano che sia il popolo israeliano sia quello iraniano stanno lottando contro la stessa causa: il regime oppressivo della Repubblica Islamica dell’Iran.
Ci sentiamo molto soli rispetto ai nostri Paesi d’origine. Almeno qui, in Israele, siamo uniti e solidali.
In Israele l’unione fa la forza In Israele l’unione fa la forza In Israele l’unione fa la forza